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Recensione Antec P182 - Il Case 1/2

Indice articoli


Il Case:


L’antec P182 viene consegnato all’interno di una scatola che ne ritrae i principali aspetti tecnici in evidenza:

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La prima cosa che colpisce una volta estratto dall’imballaggio è la sua finitura di colore canna di fucile che ha un fascino tutto particolare.

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Il bundle con cui ci viene fornito è molto completo. Oltre alle classico manuale e al set di viti troviamo anche le guide per inserire i supporti da 5.25” nelle loro sedi (mentre quelli del 3.5” sono già montati), alcuni laccetti che ci serviranno per dare ordine al case e  la griglia da posizionare sul tetto del case.

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Il Frontale:


Osservando il P182 ci accorgiamo che tutti i bay da 5.25”, come pure l’alloggio per il Floppy disk e comunque qualsiasi altra periferica installata è celata e protetta da un pannello frontale molto ben curato. Questa protezione lascia allo scoperto solamente le porte usb, firewire, Audio IN/OUT frontali, mentre, oltre alle periferiche, anche i tasti di accensione e reset vengono celati da questo pannello, bloccabile con apposita chiave, che permette di evitare l’intrusione di eventuali curiosi.

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Aperto il pannello frontale (che ha un angolo di apertura fino a 270°) avremo così accesso ai vari bay da 5.25” (4 in totale) e a quello da 3.5”. Possiamo notare un ulteriore finezza da parte di Antec che consiste nel posizionamento di due ulteriori coperture, che si aprono con una semplice pressione, che nascondono in modo molto elegante le antiestetiche griglie contenenti i filtri dell’aria (che impediscono alla polvere di entrare nel case). Posizionati all’altezza dei vani di alloggiamento dei dischi. Aprendo questi pannelli di copertura avremo la possibilità di sfilare i filtri, pulirli e collocarli di nuovo al loro posto con una estrema semplicità.

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