Ciao Mondo 3!

008Oggi abbiamo l’occasione di recensire la prima scheda ROG ultra-compatta di casa Asus. In passato ASUS ha riscosso grande successo con schede madri dal formato contenuto, , tra cui le ROG “Gene”, in standard micro-ATX. Recentemente, ASUS ha puntato anche sullo standard mini-ITX, ideale per gli appassionati SFF. La P8Z77I-Deluxe ha riscosso un grande successo, ed è servita da trampolino di lancio per quel concentrato di tecnologia che è destinato a restare nella storia di casa ASUS. Muniti di lente d’ingrandimento, oggi vi sveleremo i segreti della Maximus VI Impact.

 

 

 

 

 

 

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La vera forza della Maximus VI Impact è che, non solo è riuscita a conservare tutte le caratteristiche della serie ROG Z87, ma è riuscita a spremere ulteriormente le già ottime prestazioni dei modelli più “grandi”, ma non per questo migliori. Il vantaggio del formato mini-ITX è ben presto balzato agli occhi degli overclockers, specialmente per quanto riguarda l’overclock delle RAM, che beneficiano della ridotta distanza tra CPU e slot DDR3.

La Maximus VI Impact, lo ricordiamo, è destinata alle CPU socket Intel LGA 1150, caratterizzate dalla nuova architettura Haswell. Troviamo quindi la presenza dell’Hub Z87, e una serie di feature destinate all’overclock, quali i pulsanti ON/OFF e di Reset oltre che i punti di rilevazione delle tensioni. Non basta? Bene, sappiate che chi è in possesso dell’OC Panel può utilizzare questo prezioso accessorio tranquillamente anche sulla Maximus VI Impact, dato che Asus è riuscita a ricavare lo spazio anche per il necessario connettore. Ma vediamo in dettaglio le caratteristiche di questo gioiellino della tecnologia ed addentriamoci scoprendone pregi e difetti della Maximus VI Impact.

ASUS Maximus VI Impact Prodotto recensito da Valter D'Attoma in data 27 gennaio 2014. Voto: 5. Prezzo medio in Italia 210€

 


Caratteristiche esclusive principali

La ASUS MAXIMUS VI IMPACT, abbreviato in M6I per gli affezionati del brand, appartiene alla fascia ROG, che non necessita di molte presentazioni. La gamma di modelli Maximus con chipset Z87 quest’anno è molto ampia, ben 3 modelli ATX, 1 Micro-ATX e 1 Mini-ITX. Abbiamo già analizzato la prima new entry, la Hero, ma non ci siamo lasciati sfuggire neanche la top di gamma Maximus VI Extreme. La serie ROG Maximus VI è dotata del recente chipset PCH Z87 noto anche con il termine Lynx Point.

 

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Espressione massima di piattaforma progettata per l’Overclock, racchiude l’insieme delle tecnologie attualmente disponibili per spremere al massimo i componenti installati senza nessuna limitazione. Il socket 1150 la rende compatibile con le CPU di 4° generazione e per questo troviamo la presenza del chipset Z87. Ovviamente le dimensioni ridotte hanno un prezzo, non solo per il portafoglio, ed in questo caso sacrificano la presenza degli slot di espansione per il comparto grafico. C’è un solo slot PCI-Express 3.0 x16, sufficiente comunque per creare un PC da gaming di tutto rispetto. Il comparto dedicato alla connettività è completo grazie alla schedina mPCIe Combo II + Wi-Fi 802.11ac/Bluetooth 4.0. Lato overclock possiamo pilotare i parametri di frequenza e voltaggio o tramite la tecnologia Rog Connect, collegando la motherboard ad un portatile o ad un altro sistema desktop, tramite il cavetto proprietario (assente però nella dotazione), oppure tramite la tecnologia Bluetooth, con l’apposita App. Come se ciò non bastasse, vera chicca per i possessori dato che non è presente in bundle, sarà possibile utilizzare l’eccellente OC Panel che ci permette sia di monitorare in tempo reale i parametri vitali del sistema, sia di intervenire su di essi. Per chi volesse approfondire l’argomento, può consultare la recensione della Maximus VI Extreme dove ne abbiamo parlato ampiamente.

 

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Come si vede dall’immagine che precede, la Maximus VI Impact è un vero concentrato di tecnologia. Asus non ha lasciato nulla al caso ed è riuscita ad integrare tutte le peculiarità che contraddistinguono la serie ROG di schede madri in pochissimo spazio, l’ideale per chi desideri assemblare un sistema compatto e “portable” per esempio per un Lan Party, o, perché no, per un “OC Party”.

 

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Per sprigionare tutta la potenza possibile dai propri componenti è necessaria un’erogazione corretta e precisa della corrente senza per questo correre il rischio di provocare danni dovuti a picchi di sovratensione oppure alle temperature estreme a cui vengono sottoposti. Per questo la Maximus VI Impact si avvale del sistema DIGI+ di terza generazione per operare su soglie di efficienza del 90% e con una resistenza alle temperature superiore del 20%.

 

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Ovviamente Asus non ha trascurato l’importanza di una sezione Audio capace di erogare un segnale puro ed esente dai rumori con un margine segnale/rumore di 115dB compatibile con il sistema Music PnP per realizzare un evoluto sistema Hi-Fi da salotto.

 

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.La schedina mPCIe Combo II di 2° generazione è un’ulteriore prova di anticipazione degli standard NGFF in fatto di efficienza lato connettività SSD che permette di ridurre i tempi di accesso al disco e di caricamento. Gli SSD NGFF promettono infatti di superare le attuali prestazioni degli SSD Sata 6Gb/s.

 

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Per i meno esperti nelle fasi di overclock o semplicemente per migliorare rapidamente in un click le prestazioni globali, ASUS ha realizzato il Dual Intelligent Processor 4 che automaticamente ottimizza i parametri di funzionamento legati al consumo e rumore del sistema in relazione alla potenza richiesta, permettendo all’utente di scegliere tra 3 scenari diversi di utilizzo.

 

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Sonic Radar è un’altra tecnologia proprietaria in grado di dare direzionalità della sorgente al suono. L’ideale per gli appassionati di FPS che in tal modo riescono a dirigersi più rapidamente verso gli spari oppure a non trovarsi impreparati.

 

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L’interfaccia BIOS UEFI realizzata per la famiglia di prodotti ASUS ROG è tra le più premiate del settore e permette tra l’altro, nella fase di salvataggio ed uscita dal BIOS, di prendere visione ed annotare in modo sintetico le modifiche apportate.

 

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Le schede madri di classe ROG sono le prime al mondo ad integrare nel BIOS lo strumento software SSD Secure Erase per cancellare in modo sicuro il proprio SSD e ripristinare di fatto le prestazioni originali di fabbrica.

 

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L’innovativo sistema ROG RAMDisk è in grado di sfruttare la RAM solitamente del 20% più veloce di un Hardisk SSD ed in caso di presenza di un quantitativo elevato di Ram oppure di un suo inutilizzo, si può creare un unità di memorizzazione temporanea per il parcheggio dei dati velocizzando al contempo le sessioni di caricamento e la stessa integrità dei dati che potrebbero corrompersi durante i trasferimenti occasionali.

 

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Bassissimi Lag consentono di avere una marcia in più specie nelle sessioni di Gaming.

 

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La presenza di ulteriori accessori arricchiscono ulteriormente il bundle.

 

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Realizzata per supportare i processori di classe Intel Haswell, la Maximus VI Impact è dotata di socket LGA 1150 e del Chipset Intel Z87 Express. Troviamo quindi tutte quelle tecnologie di ultima generazione come l’USB 3.0 nonché una maggiore efficienza e performance derivate dall’architettura di ultima generazione.

 


Specifiche tecniche

Di seguito gli screen relativi alle specifiche di prodotto, disponibili anche sul sito del costruttore. E’ davvero interessante notare la completezza delle feature della M6I. ASUS ha sempre optato per una politica di differenziazione tra gamers e overclockers, destinando ai primi i modelli “Formula”, dotata di sezione audio dedicata, e ai secondi le “Extreme”, che racchiude tutte le migliori tecnologie utili per l’overclock estremo.  La Impact, in neanche la metà dello spazio, coniuga le funzionalità di entrambe!

 

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Packaging e primo contatto

 

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Come nella tradizione ASUS per i prodotti di fascia alta ROG, la confezione si presenta robusta, a libro e con una gradevole finestra d’ispezione. Nel bundle troviamo: le due schede di espansione, SupremeFX Audio e mPCIE Combo II, le antenne per il modulo WiFi/Bluetooth, ora di forma squadrata, 4 cavi Sata con relative etichette, una prolunga (dal discutibile impatto estetico!) per i pulsanti di power e reset, mascherina, manuale e CD driver, washer per il montaggio

 

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Essendo una scheda di fascia alta, la Maximus VI Impact ha un bundle essenziale ma non le manca nulla. Degno di particolare nota è l’utilissimo accessorio mPCIE Combo II che offre molteplici funzioni tra cui la possibilità di velocizzare il sistema operativo utilizzando i nuovi SSD in standard M.2 (NGFF), sia dedicati al sistema, sia per funzionalità di caching, e l’installazione di più schede di espansione per la comunicazione tramite Bluetooth e WiFi.

 

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Il PCB ha le dimensioni di un quadrato di 17 cm di lato. Più che un quadrato è effettivamente un parallelepipedo a base quadrata! La Impact, per mancanza di spazio sul PCB si sviluppa in buona parte in verticale tramite le numerose add-in board. Il layout è stato oggetto di un attento studio di progettazione, data la complessità nell’allocare in modo intelligente i vari connettori e jumper. In qualche caso ASUS è dovuta scendere a compromessi, come vedremo.

 

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La combinazione di colori è ormai consueta e rispecchia la caratteristica linea di schede madri Asus ROG. Sul lato superiore, data l’assenza di spazio, si sviluppa in verticale la schedina che ospita il circuito di alimentazione (VRM) per processore e memorie. Al centro il socket del processore, LGA1150 per CPU Haswell. Sulla destra solo 2 slot Dimm di memoria ed il consueto connettore di alimentazione ATX assieme a quello ausiliario ad 8 pin. Sulla sinistra l’insieme delle porte I/O i pulsanti di accensione/reset. In basso troviamo l’unico slot di espansione PCI-E di tipo X16 elettrico ed i connettori S-ATA collegati al PCH Z87 che supportano configurazioni RAID software. Il dissipatore identificato dal marchio Asus sovrastante ha più una ragione estetica che funzionale. Riuscire a piazzare tutte queste compononenti in un quadrato di soli 17 centimetri di lato non è certo facile. Asus è dovuta scendere a compromessi e una nota dolente in questo layout sicuramente c'è: i 4 connettori SATA si trovano in una posizione piuttosto scomoda, tra scheda video e RAM, rendendo il cablaggio abbastanza scomodo specialmente in presenza di RAM ad alto profilo. Vista la scarsa utilità dei lettori ottici al giorno d'oggi, si potrebbe ovviare all'utilizzo delle porte SATA attraverso l'installazione di un SSD NGFF. Una soluzione che farà felici i maniaci del cablaggio e del modding.

 

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La superficie sottostante presenta le viti di ritenzione delle staffe del socket e alcuni SMD: nonostante le Add-in Board, lo spazio a disposizione sulla superficie superiore si è rivelato comunque insufficiente. Notiamo le 16 connessioni dello slot PCI-Express 3.0, a garanzia dello sfruttamento della banda messa a disposizione dalle CPU Haswell.

 


Maximus VI Impact nel dettaglio

Armiamoci di lente d'ingrandimento e andiamo a scoprire cosa nasconde la Maximus VI Impact. 

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Il socket di produzione Foxconn è il nuovo LGA1150 compatibile con i processori di classe Haswell. Su un lato del socket, troviamo la schedina messa in verticale che ospita i VRM affiancati e la relativa flangia di dissipazione passiva. 

 

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La Maximus VI Impact è provvista di una sezione VRM di alimentazione del tutto identica a quella della Extreme e della Hero. Dispone di 8 fasi per il processore, controllate l’ASUS DIGI+ APS1251, e di 2 fasi per la memoria, controllate dall’ASUS DIGI+ ASP1103. I mosfet, nascosti dalla flangia dissipatrice, sono 8 NexFET CSD87350D5D della Texas Instrument. I NexFET sfruttano un approccio multipackage per inglobare all’interno di un unico chip un mosfet high-side ed uno low-side, solitamente installati tramite due componenti discreti sulla scheda madre. Ciò ha permesso di ridurre lo spazio necessario sul PCB, nonché di ottenere un’efficienza superiore in alcuni casi al 90%. I NexFET, a differenza dei DrMOS MSI o dei PowIRStage che troviamo in molte Gigabyte, non inglobano al loro interno il driver.

 

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Passiamo ora al pannello di I/O posteriore, che in realtà nasconde diverse funzionalità aggiuntive. Da sinistra abbiamo la porta ottica S/PDIF nonché l’uscita video HDMI e Display Port. Su una add-in board troviamo il display per il controllo dei codici di boot ed i due micro switch DirectKey ed MemOK rispettivamente per entrare direttamente nel BIOSe per risolvere eventuali incompatibilità all’avvio con i moduli ram. E’ presente il pulsante Clear-CMOS ed il pulsante ROG Connect. La Maximus VI Impact  presenta sul retro un totale di 8 porte USB di cui 4 in standar USB 3.0. In rosso una porta eSATA ed a seguire una porta RJ45 in standard Gigabit Ethernet. L’insieme di attacchi audio è disponibile collegando l'apposita scheda SupremeFX vista nel bundle.

 

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L’integrato Nuvoton NCT6791D si occupa del monitoraggio dei parametri di sistema, nonché del controllo delle ventole PWM, mentre il chip marchiato ROG si occupa d’interfacciarsi con il software proprietario Asus e della parte di overclock dei voltaggi/frequenze.

 

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TPM (Trusted Platform Module) è il connettore riservato al modulo di crittografia dei dati da acquistare a parte.

 

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In queste foto possiamo notare meglio il connettore dedicato alla SupremeFX e come appare la scheda una volta installata. Da notare l'attenzione riposta da Asus per i puristi del gaming. Vantaggio addizionale di avere una schedina dedicata è il miglior isolamento da interferenze elettriche nel PCB,  per un suono a prova di disturbi.

 

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Evidenziato in giallo, vi mostriamo l’attacco per collegare l’OC Panel e comandare i principali parametri quali voltaggio, moltiplicatori, frequenze direttamente da questo comodo e rivoluzionario strumento. Chi volesse maggiori informazioni può consultare la nostra recensione sulla Maximus VI Extreme qui.

 

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Notiamo in foto il BIOS winbond. La Maximus VI Impact è dotata di un unico slot PCI-Express a 16 collegamenti elettrici con velocità x16. A causa della dimensione ridotta della motherboard  tutto è molto vicino, per cui vediamo i 4 connettori S-ATA3 a 6Gbps, costretti in un angolino tra slot PCI Express e slot DRAM.

 

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Da sinistra abbiamo l’insieme degli attacchi F_PANEL dedicati ai cavi che provengono dal CASE per poter replicare porte e spie di accensione/attività. La Maximus VI Impact è dotata di soItanto di due slot Dimm di memoria pienamente compatibili con il Dual Channel che possono operare fino a 3000 MHz ed oltre intervenendo sui rispettivi moltiplicatori, in rosso il connettore per replicare sullo chassis 2 porte USB3. A seguire uno dei tanti attacchi per alimentare le ventole ed il pulsante di accensione mentre è stato sacrificato quello di RESET che troviamo in formato micro subito dopo quello di ON/OFF.

 

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L’onnipresente connettore di alimentazione ATX a 24 pin ed a seguire quello per l’alimentazione ausiliaria del socket da 8 pin.

 

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Come approfondito prima, dato lo spazio limitato gl’ingegneri per la Maximus VI Impact hanno trasferito il circuito di alimentazione del socket su una scheda figlia che si sviluppa verticalmente. Ovviamente non è possibile staccarla in quanto oltre che necessaria è saldata e quindi fa corpo unico con la scheda madre. Data la propensione della Maximus VI Impact progettata e costruita per l’overclock estremo, sono presenti due micro interruttori per il Fast-Boot e per la modalità LN2 per chi si avvale dell’azoto liquido come sistema di raffreddamento.

 


BIOS

L’introduzione dello standard UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) rilasciato da Intel nel 2007 ha consentito tra le molte feature di poter personalizzare a proprio piacimento l’ostico (fino a poco tempo fa) ambiente del BIOS. Il lavoro svolto da ASUS sull’interfaccia grafica del BIOS della Maximus VI Impact cosi come tutta la serie ROG di schede madri è notevole. La schermata di default di accesso al BIOS è la EZ Mode che raggruppa i principali parametri di frequenza e temperatura, ma la più ricca per voci disponibili su cui intervenire è la Advanced Mode. La navigazione come si evince è raggruppata per schede.

 

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La prima scheda è dedicata ai My Favorites.

 

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La sezione più interessante per gli Overclockers e gli Hardcore Gamers è la Extreme Tweaker, in quanto include tutti quei parametri sui quali agire per personalizzare ed overcloccare (aumentare) la frequenza di lavoro dei singoli componenti. Come si evince dagli screen, la Maximus VI Impact permette di arrivare fino ad un moltiplicatore di 80x.

 

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In caso di frequenza di Bclk a default possiamo arrivare ad un limite di 3000 MHz con le RAM, ma tale limite è facilmente estendibile con i relativi moltiplicatori e con l’overclock del base clock. Il CPU Level Up permette di portare in modalità automatica la CPU alla frequenza desiderata.

 

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Le sotto-voci relative ai timings non mancano e mostrano la completezza del BIOS, in grado di soddisfare anche i professionisti.

 

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È possibile intervenire sulla sezione di alimentazione, sull’erogazione dei voltaggi e sui parametri di stabilizzazione degli stessi, tramite la LoadLineCalibration.

 

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In screen i valori massimi di tensione che è possibile impostare, come vedete sono valori molto alti che solo con una scheda madre di classe ROG è possibile avere. Ovviamente devono essere utilizzati con cautela in relazione al tipo di raffreddamento adottato ed al tipo di overclock desiderato.

 

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Nel sottomenu Tweaker Paradise è possibile intervenire su ulteriori valori di interesse per pochi overclocker estremi.

 

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Nella sezione Advanced, in particolare nella sottosezione CPU Configuration, troviamo tutte quelle impostazioni relative alle tecnologie di risparmio energetico della CPU, nonché sul Ratio o meglio il rapporto di moltiplicazione che agisce direttamente sulla frequenza finale.

 

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In altre sotto sezioni come Storage oppure USB Configuration ed Onboard è possibile personalizzare i devices collegati al sistema nonché la connettività ed il sistema a LED presente sulla Maximus VI Impact.

 

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La sezione successiva Monitor è molto ricca ed è possibile monitorare in tempo reale i parametri vitali del sistema come voltaggio e temperatura ed intervenire sui controlli di questi ultimi attraverso degli allarmi.

 

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Nella sezione Boot andiamo a scegliere con quale dispositivo/periferica connessa al sistema avviare il sistema ed eventualmente le priorità di avvio tra le periferiche.

 

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Nell’ultima sezione Tool troviamo degli utili strumenti come l’ASUS EZ Flash 2 Utility con cui possiamo aggiornare il BIOS piuttosto che salvare la sua configurazione nell’ASUS Overclocking Profile oppure leggere le informazioni contenute nel chip SPD dei moduli DIMM tramite la voce SPD Information

 


Sistema di prova e Metodologia di test

I test eseguiti sulla Maximus VI Impact sono volti a verificare la stabilità della scheda a frequenze d’uso comune,  a verificarne la qualità e la competitività sul mercato ed a valutarne la stabilità della stessa sotto stress anche ricorrendo all’overclock spinto. E dato che parliamo di una scheda madre di classe ROG progettata per dare molte soddisfazioni in quest’ambito, esamineremo la Maximus VI Impact con sistemi di raffreddamento non usuali. Per rilevare con precisione le temperature dei dissipatori passivi della zona socket con il sistema sotto overclock, ci avvarremo di un termometro digitale della Voltcraft mod. K101 onde verificare l’efficacia del sistema passivo di dissipazione. Di seguito i componenti utilizzati per i test:

 

Componenti

 

Come si evince dalla tabella, abbiamo messo in comparazione i risultati ottenuti dalla Maximus VI Impact con altre motherboard che sono state oggetto di test nel nostro laboratorio. E per rendere più interessanti i dati pubblicati, abbiamo introdotto anche quelli della serie precedente GA-Z77X-UD4H i cui risultati sono stati ottenuti con un i7-3770K. Ovviamente per rispondere alla diversa tipologia di test e performance richieste abbiamo utilizzato 2 tipi di kit di ram, differenti sia per velocità che per prestazioni: Gskill il cui target a 1600MHz è pienamente compatibile con la frequenza di default del controller integrato in Haswell ed un kit costituito da 2 moduli DIMM Dominator Platinum 2133 della Corsair di modo che tale scelta non rappresentasse un collo di bottiglia per i test di overclock.

 


Test Sintetici

 

3DMARK 11

Benchmark prodotto da FutureMark, richiede la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 11.  La software house sviluppatrice afferma che i test sulla tessellation, l'illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. 3DMark 11 Advanced Edition permette di impostare tre modalità di benchmark in DX11, Performance, High ed Extreme. Il primo test, basato sullo scenario Deep Sea, non applica la tessellation ma fa uso di un sistema d'illuminazione e ombre marcato. Il secondo test, nuovamente fondato su Deep Sea, applica un livello di tessellation medio e riduce, anche in questo caso a livello intermedio, l'illuminazione. Il terzo test grafico, basato sullo scenario High Temple, ha un livello di tessellation medio e illuminazione ridotta. Il benchmark è stato impostato per sfruttare per il calcolo della PhysX esclusivamente il processore e non la scheda video NVIDIA.

 

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Nel confronto con le avversarie, la Asus Maximus VI Impact si posiziona al primo posto test PhysX mentre nel test sulla grafica risulta leggermente sottotono. 

 

3DMARK VANTAGE

Benchmark sintetico sviluppato da FutureMark. Richiede obbligatoriamente la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 10 e di un sistema operativo Windows Vista o Windows 7. Il benchmark si compone di 6 distinti test: 4 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. I test si eseguono scegliendo tra 4 preset configurati da FutureMark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente, così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso. Il software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High ed Extreme. I test sono stati fatti solo nella modalità Entry, Performance e High.

 

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Anche in questo benchmark come per il precedente, in entrambi i test sia grafico che fisico la Asus Maximus VI Impact conferma i suoi risultati con un’ottimo comportamento nel CPU test, dove si posiziona seconda. 

 

MaxxMEM v2

MaxxMEM v2 misura la larghezza di banda (in GB/s)  del sottosistema di Memoria. Il risultato fornito di lettura e scrittura è molto attendibile e grazie ad uno sforzo dei programmatori il programma riesce a non essere influenzato dall’intervento del sottosistema della cache che ne altera il risultato accrescendone i valori.

 

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Abbiamo già detto come la Asus Maximus VI Impact sia particolarmente avvantaggiata nel settore memorie. Questo test lo conferma, facendo registrare risultati da prima della classe. 

 


Test Compressione Dati e Multimedia

Passiamo adesso ai test che misurano le performance negli ambiti della Compressione e flusso Multimediale e vediamo le differenze che ci sono a parità di hardware tra la Asus Maximus VI Impact e le contendenti. Chiariamo subito sono stati modificati solo i timings delle memorie principali, quelle esposte in tabella, mentre i restanti sono stati settati tutti in auto.

 

7Zip 9.20

Questo noto software di gestione degli archivi contiene al suo interno un tool in grado di analizzare le prestazioni del sotto-sistema CPU – RAM. Il software riporta un valore espresso in MIPS (Million Istruction for Second). Il test comprende compressione, decompressione e valore generale.

 

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Il boost prestazionale della Asus Maximus VI Impact nel riuscire a sfruttare le memorie riesce a farle conquistare la prima posizione distaccando non di poco le avversarie.

 

Cinebench R11.5 & R15

Software prodotti dalla Maxon che permettono, tramite l’elaborazione di contenuti tridimensionali, di testare le performance del sottosistema CPU / RAM. Entrambe le release consentono l’esecuzione del test utilizzando un solo core (fisico) della CPU rispetto a quello globale che sfrutta tutti i core sia fisici che logici presenti all’interno del processore.

 

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Come nei precedenti benchmark la situazione per la Asus Maximus VI Impact resta immutata, confermando la seconda posizione in classifica.

 

X264 Benchmark HD 3.0

Software che mediante la codifica video x264 sfrutta in maniera considerevole il sottosistema CPU <-> RAM e per questo è l’ideale per valutare le prestazione delle schede sotto tale ambito.

 

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Anche in questo test la Maximus VI Impact riesce a spuntarla sulle rivali seguendo a ruota la sorella maggiore Maximus VI Extreme.

 

Handbrake 0.9.5

Software di transcodifica video multithread con il quale è possibile convertire un file video in un altro formato. Il processo comprende codifica video x264, codifica audio FAAC e mux finale in contenitore MP4. Per il test abbiamo preso di riferimento il nostro video sample di sempre, utilizzato anche per i test delle altre schede. Viene preso in considerazione il tempo impiegato dalla CPU per svolgere tale compito. Minore è il tempo impiegato e più prestante sarà il risultato ottenuto.

 

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Purtroppo questo benchmark non rende giustizia alla Maximus VI Impact che non riesce a conquistare il podio.

 


Overclock

Vi mostriamo due screen di overclock della memoria ottenuti utilizzando il solo raffreddamento ad aria sia per quanto riguarda il processore, di cui abbiamo effettuato un downgrade della frequenza operativa, che delle stesse memorie. I test di Overclock sono stati condotti utilizzando un kit dual channel di PredatorX 2666 della Kingston di cui vi invitiamo a leggere la recensione sul nostro portale se interessati. La Maximus VI Impact come vedete dai risultati si è rivelata molto propensa nello spingere le memorie oltre la frequenza standard di default.

 

Validate Predator26661625

http://valid.canardpc.com/a21ml7

 

Validate Predator26661687

http://valid.canardpc.com/esli40

 

Senza particolari problemi siamo riusciti a mantenere in Daily la frequenza di 4500Mhz chiudendo il test di LinX con un picco di 128,2590 GFlops.

Daily LinX4500

ASUS non ci ha permesso di testare la scheda con sistemi di raffreddamento estremi, ma a conferma della bontà delle fasi di alimentazione fa fede la recensione della Maximus VI Extreme che condivide buona parte degli accorgimenti presenti nella Impact. I numerosi risultati presenti su Hwbot confermano la particolare vocazione di questa scheda all'overclock, specialmente per quanto riguarda l'overclock delle memorie.


Consumi e stabilità in overclock

Grazie della presenza di punti per la rilevazione delle tensioni in tempo reale, ci siamo avvalsi del noto tool CPU-Z (aggiornato alla release 1.67) per la rilevazione e la stabilizzazione della frequenza del processore in tempo reale. Le misurazioni sono state effettuate con il sistema sotto carico tramite Cinebench R15 utilizzando come riferimento la frequenza limite di 4600MHz, che è poi la stessa frequenza di test impostata da BIOS anche per le altre 2 schede madri. La frequenza della memoria è stata impostata a 1600 con timings 8-8-8-24 1T lasciando in Auto i restanto timings/subtimings. Ovviamente per superare il test ogni scheda ha richiesto da BIOS, per poter chiudere il test senza errori, un determinato voltaggio. Al fine di rendere attendibile il test e porre le schede sullo stesso piano per verificarne la sezione di alimentazione e quindi la singola capacità di stabilizzare il Vcore erogato riducendo al minimo il Vdroop, siamo intervenuti sul LoadLineCalibration settandolo al massimo possibile, cosi da mettere sullo stesso piano l’intervento della sezione di alimentazione delle varie motherboard. Il profilo LLC impostato al livello 8 (il massimo possibile) da BIOS,sulla ASUS MAXIMUS VI IMPACT ci ha permesso, grazie ai punti di misurazione delle tensioni, di rilevare tramite multimetro digitale un comportamento stabile con un Vdroop praticamente nullo, ossia di soli 0,002 volt. Lo scopo del test mira principalmente ad analizzare l’aspetto delle tensioni erogate ed il relativo Vdroop in un’ottica di efficienza del sistema di alimentazione e non a ricercare il valore più alto per fini di gara o record. Ricordiamo che l’importanza del circuito di alimentazione è direttamente proporzionale alla capacità computazionale e di carico, poiché a determinate frequenze limite ed in generale sotto overclock, il processore assorbe un notevole quantitativo di corrente e se la sezione di alimentazione della motherboard non riesce a far fronte alla richiesta di corrente, il valore computazionale restituito su qualsiasi test effettuato rimane basso. Di solito su molte altre schede madri con una sezione di alimentazione non all’altezza, per cercare di chiudere il test ad una data frequenza, si cerca di compensare aumentando il voltaggio (Vcore) applicato al processore, ma ci si scontra con il problema della temperatura. Di seguito la tabella riepilogativa dei risultati ottenuti:

 

 

 Consumi

I risultati ottenuti dalla Impact sono in linea con quelli della Extreme, confermando la bontà della scheda. Il consumo rilevato è leggermente inferiore per via del numero ridotto di componenti, a fronte di un'efficienza ovviamente simile. Le temperature delle fasi sono leggermente superiori rispetto alla Extreme, per via della particolare conformazione della scheda e  per via dell'assenza dell'heatpipe.

 

Ci teniamo a precisare che sconsigliamo per un daily clock a qualunque frequenza lo si voglia raggiungere e mantenere, d’impostare un LLC al massimo in quanto utilizzare tale settaggio in primis non è necessario, dato che questi settaggi si utilizzano per chi opera sotto azoto, ed in secondo luogo comporta una notevole produzione di calore nonché un maggiore stress al processore.

 


Conclusioni

 

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Prestazioni 5 stelle Nei test a default la Maximus VI Impact si è dimostrata molto valida. Mancano alcune feature rispetto ai modelli di formato maggiore, ma rispetto alle altre mini-ITX è una delle più ricche presenti sul mercato.
Overclock 5 stelle La nuova sezione di alimentazione delle Maximus VI si è dimostrata in grado di regalare grandi soddisfazioni agli overclocker, dimostrandosi perfettamente stabile anche con sistemi di raffreddamento estremi. La Impact offre un ulteriore boost sulle memorie, dovuto al layout compatto. Il supporto all'OC panel la rende una scheda madre per veri professionisti del settore!
Estestica 4,5 stelle - copia Stile che vince non si cambia. Forse inizia a diventare un po' scontato, ma piace sempre.
Materiali 5 stelle - copia Le componenti utilizzate sono di prim'ordine. Rispetto alla Extreme è presente anche una sezione audio degna di una ROG per gamers
Prezzo 4 stelle

Il prezzo di 209€ è sicuramente elevato per una mini-ITX. Chi non ha problemi di spazio e non punta ad un OC estremo può senz'altro puntare ai modelli Gene o Hero. D'altra parte la Impact è unica sul suo genere e non possiamo di certo definirlo un prezzo esagerato viste le feature offerte.

Complessivo 5 stelle - copia  

 

Scheda madre più piccola della scuderia ROG di casa Asus, la Maximus VI Impact si è rivelata una vera fuoriclasse nell’operare e spingere le memorie oltre misura. Essendo di fascia ROG la progettazione è stata curata fin nei minimi particolari specialmente per un utilizzo a banco ed in campo overclock. Ovviamente non mancano i punti di rilevazione delle tensioni e l’ottimo circuito a controllo digitale DIGI+ III giunto alla terza release che poi è lo stesso utilizzato dall’ammiraglia Maximus VI Extreme. A causa delle dimensioni estremamente contenute che hanno portato gli ingegneri a sacrificare l’espandibilità ed il numero di porte disponibili, abbiamo solo 4 porte SATA3 e 8 porte USB, non di meno bisogna fare i conti con un solo slot PCI-Express quindi non è possibile creare un sistema multi-VGA Nvidia SLI o AMD CrossFireX. Sul BIOS ASUS, lo stiamo dicendo ormai da parecchie recensioni, è stato fatto un ottimo lavoro ed è tra i più completi della categoria. I colori ormai caratteristici della linea ASUS ROG ma soprattutto il layout curato, rende la Maximus VI Impact un vero gioiellino di alta ingegneria. Perfino il bundle è arricchito dagli accessori per la connettività della scheda come la presenza dello slot per SSD NGFF o il modulo Combo WiFi BT 4.0. E’ stato trovato lo spazio anche per i punti di rilevazione delle tensioni che benchè non hanno i classici connettori che si trovano per esempio sulla Rampage IV Extreme, possono essere lette dal display dell’OC Panel oppure con l’ausilio di un multimetro digitale.

Per concludere raccomandiamo senz’altro l’acquisto a chi è alla ricerca di una scheda dalle misure estremamente compatte per realizzare ad esempio un sistema mediacenter oppure cosiddetto “Portable” da utilizzare per esempio per le sessioni di Lan Party ed in questo caso non vuole scendere a compromessi dal punto di vista delle performance. Il prezzo consigliato di 239€ è certamente il più alto finora visto per una scheda madre mini-ITX! Lo street price è attualmente leggermente inferiore, pari a circa 209€, tutto sommato giusto se consideriamo che siamo di fronte a un piccolo capolavoro, ricco di feature e in grado di soddisfare a pieno sia il videogiocatore che l'overclocker più esigente.

 

 

Si Ringrazia Asus per il sample fornitoci

Valter d’Attoma

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