Analizziamo oggi la regina della classe ROG per la famiglia di processori Haswell compatibili con il socket LGA1150, espressione massima della tecnologia made in ASUS per quanto riguarda le schede madri dedicate al settore Overclock. Nella Maximus VI Extreme nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è stato studiato specificatamente per trarre il massimo beneficio e rendere l’esperienza dell’overclocker quanto più accattivante possibile. Cosa distingue la nostra recensione dalle tante altre già apparse online? Siete su XtremeHardware e quindi troverete in questa recensione tutti i test Extreme per cui tale scheda madre è stata concepita! L’abbiamo testata in overclock con raffreddamento ad azoto liquido, pratica che ASUS Italia non ci permette di eseguire sui sample che ci vengono inviati in test. Questo esemplare non è un sample inviato da ASUS, e siamo quindi ben felici di strapazzare per voi la Maximus VI Extreme!
Per rendere questo prodotto ancor più ricco e completo, ASUS ha realizzato per la prima volta e senza precedenti uno speciale dispositivo che permette il controllo in tempo reale dell’overclock: l’OC Panel. L’obiettivo che si prefigge questo prezioso accessorio, che analizzeremo più avanti, è offrire uno strumento che non permette solo in tempo reale di monitorare e impostare voltaggi e frequenze, senza l’ausilio di un PC esterno e con la precisione di un dispositivo professionale, ma offre delle funzionalità che costituiscono una vera marcia aggiuntiva per vincere nelle competizioni internazionali di overclock.
Fatta questa presentazione, che di fatto anticipa le peculiarità ed il livello di prodotto, entriamo assieme nel dettaglio analizzando nei minimi particolari la ASUS Maximus VI Extreme.
Caratteristiche esclusive principali
La ASUS MAXIMUS VI EXTREME appartiene alla fascia ROG, che non necessita di molte presentazioni. La gamma di modelli Maximus con chipset Z87 quest’anno è molto ampia, ben 3 modelli ATX, 1 Micro-ATX e 1 Mini-ITX. Abbiamo già analizzato la prima new entry, la Hero, e analizzeremo presto anche la seconda novità nella fascia ROG, la Mini-ITX tutto pepe Maximus VI Impact. La serie ROG presenza del recente chipset PCH Z87 noto anche con il termine Lynx Point. I piani di Intel con la serie 8 sono di coprire tutte le fasce, dai Mainstream ed Office per andare al settore Business e Performance.
Come per la precedente serie 7, Intel propone 6 differenti chipset, con nomenclatura simile alla precedente. Il chipset Z87 è quello che garantisce le migliori prestazioni, e l’unico che supporta ufficialmente l’overclock, anche se alcuni produttori di schede madri sembrano aver aggirato questa limitazione. Le potenzialità di overclock offerte dalla Maximus VI Extreme sono ovviamente su altri livelli rispetto alle comuni schede madri con chipset Lynx Point.
Espressione massima di piattaforma progettata per l’Overclock, racchiude l’insieme delle tecnologie attualmente disponibili per spremere al massimo i componenti installati senza nessuna limitazione.
Il socket 1150 la rende compatibile con le CPU di 4° generazione e per questo troviamo la presenza del chipset Z87. Nessuna limitazione per il comparto grafico grazie al pieno supporto fino al 4-Way SLI di Nvidia ed AMD 4-way CrossFireX (perfettamente funzionante anche con le nuove AMD R9 290X che non utilizzano il ponticello per il CrossFire). Il comparto dedicato alla connettività è completo grazie alla schedina mPCIe Combo II + Wi-Fi 802.11ac/Bluetooth 4.0. Lato Overclock troviamo l’eccellente OC Panel che ci permette sia di monitorare in tempo reale i parametri vitali del sistema che intervenire su di essi. Ciliegina sulla torta per gli overclocker più esperti, il sistema VGA Hotwire che mette a disposizione un sistema estremamente preciso per erogare una maggiore tensione e controllare direttamente la VGA dalla scheda madre.
Queste immagini non rendono giustizia all’OC Panel, peculiarità che differenzia la Maximus VI Extreme dagli altri modelli. Nella recensione della Hero avevamo infatti visto che la sezione di alimentazione era identica a quella della versione Extreme. D’altra parte, si sa, la potenza è nulla senza controllo ed in questo ASUS ne ha tratto l’ispirazione per realizzare un innovativo telecomando per soddisfare il gamer più incallito e l’overclockers più esperto coniugando la praticità al concetto di eleganza.
Per sprigionare tutta la potenza possibile dai propri componenti è necessaria un’erogazione corretta e precisa della corrente senza per questo correre i rischio di provocare danni dovuti a picchi di sovratensione oppure a temperature estreme a cui vengono sottoposti. Per questo la Maximus VI Extreme si avvale del sistema DIGI+ di 3a Generazione per operare su soglie di efficienza del 90% e con una resistenza superiore del 20%.
La schedina mPCIe Combo II di 2° generazione è un’ulteriore prova di anticipazione degli standard NGFF in fatto di efficienza lato connettività SSD che permette di ridurre i tempi di accesso al disco e di caricamento. Gli SSD NGFF promettono infatti di superare le attuali prestazioni degli SSD Sata 6Gb/s.
L’interfaccia BIOS UEFI realizzata per la famiglia di prodotti ASUS ROG è tra le più premiate del settore e permette tra l’altro, nella fase di salvataggio ed uscita dal BIOS, di prendere visione ed annotare in modo sintetico le modifiche apportate.
Le schede madri di classe ROG sono le prime al mondo ad integrare nel BIOS lo strumento software SSD Secure Erase per cancellare in modo sicuro il proprio SSD e ripristinare di fatto le prestazioni originali di fabbrica.
L’innovativo sistema USB BIOS Flashback è in grado di operare anche senza CPU e RAM. Basta solo collegare la Memory Key USB e premere il pulsante del BIOS Flashback per 3 secondi.
Paradiso di tutti i Tweakers, il BIOS consente una grande personalizzazione, prendendo magari spunto dai template degli esperti del settore.
I tool software a corredo sono tanti, tutti orientati ad incrementare le prestazioni della piattaforma. Richiamiamo la vostra attenzione su un programma a corredo molto apprezzato dagli utilizzatori ASUS: AI Suite III, praticamente il centro di comando software per modificare i molti parametri di voltaggio e frequenza ed incrementare in tal modo le prestazioni della vostra piattaforma e delle periferiche in generale a tutto beneficio dei tempi di risposta sia delle sessioni di gioco che dei punteggi ottenuti durante le gare di Overclock. Avendo a disposizione l’OC Panel, questo software è probabilmente ridondante nella Maximus VI Exreme.
Il design della Maximus VI Extreme consente di realizzare un performante sistema a 4-Way, grazie allo standard PCI-Express 3.0 di cui è conforme, sia con schede Nvidia SLI che AMD CrossFireX. Ovviamente nel manuale come in sovraimpressione sono presenti schemi atti ad installare in maniera ottimale le VGA. Gli Overclockers apprezzeranno un utilissimo micro switch per isolare gli slot non utilizzati oppure per disattivare schede video senza doverle smontare dal sistema.
Giunto alla 2° generazione, il sistema T-Topology aumenta l’efficienza e diminuisce il rumore dei segnali dedicati ai moduli RAM, consentendo overclock delle memorie più spinti. Test dimostrano benefici fino al +5% con il sistema a pieno carico e +10% con un unico banco di RAM.
Per i meno esperti nelle fasi di overclock o semplicemente per migliorare rapidamente in un click le prestazioni globali, ASUS ha realizzato il Dual Intelligent Processor 4 che automaticamente ottimizza i parametri di funzionamento legati al consumo e rumore del sistema in relazione alla potenza richiesta, permettendo all’utente di scegliere tra 3 scenari diversi di utilizzo.
A rendere ancor più ricco il corredo software troviamo 4 tool di sicuro interesse per il settore di utilizzo per cui è stata progettata la Maximus VI Extreme.
Realizzata per supportare i processori di classe Intel Haswell, la Maximus VI Extreme è dotata di socket LGA 1150 e quindi del Chipset Intel Z87 Express. Troviamo quindi tutte quelle tecnologie di ultima generazione come l’USB 3.0 nonché una maggiore efficienza e performance derivate dall’architettura di ultima generazione.
Specifiche tecniche
Di seguito gli screen relativi alle specifiche di prodotto, disponibili anche sul sito del costruttore.
Packaging e primo contatto
Come nella tradizione ASUS per i prodotti di fascia alta ROG, la confezione si presenta robusta, a libro e presenta una gradevole finestra d’ispezione.
Caratteristica che distingue la Maximus VI Extreme dalle sorelle sempre di fascia ROG (Hero, Formula, Gene ed Impact) è la presenza dell’OC Panel vera chicca per l’overclocker/utente finale. Questo dispositivo estremamente versatile, che ricorda vagamente la soluzione adottata dal brand EVGA sulla serie Classified, simile per scopo ma non per completezza, offre all’utente le funzioni di monitoraggio dei parametri di frequenza e temperatura, di controllo ed intervento in tempo reale sulle tensioni e moltiplicatori di frequenza.
Ma non è finita qui, perché troviamo ben 4 connettori per ventole, micro switch per la modalità Slow Mode e Pause Mode, VGA SMB e Hotwire tramite i quali overcloccare ed overvoltare la VGA.
Il valore aggiunto è rappresentato dalla presenza di due ingressi/sensori per rilevare la temperatura con estrema precisione, utilissimi durante le sessioni di bench sotto zero. Ne scopriremo più nel dettaglio le funzionalità in un capitolo dedicato.
L’utilissimo accessorio mPCIE Combo II offre molteplici funzioni tra cui la realizzazione di un veloce sistema di caching utilizzando il nuovo standard M.2 (NGFF) SSD e l’installazione di più schede di espansione per la comunicazione tramite Bluetooth e WiFi.
La presenza in bundle dei connettori bridge ci permette di realizzare un sistema 4-Way AMD / Nvidia. Troviamo anche ben 10 cavi SATA che soddisfano anche il più esigente degli utenti.
Troviamo com’è d’uopo la mascherina per l’installazione all’interno dello chassis, il cavo USB-to-USB per attivare la funzionalità ROG Connect, degli header per facilitare la connessioni dei cavi dello chassis e un gadget per sfoggiare la nostra appartenenza alla Repubblica dei Giocatori.
Non manca il DVD ed il relativo manuale.
Le dimensioni del PCB sono di 30.5 cm x 24.4 cm e rispecchiano quelle del form factor ATX. Il layout è ordinato segno che è frutto di un attento studio di progettazione. La combinazione di colori è ormai consueta e rispecchia la caratteristica linea di schede madri Asus ROG. Nella metà superiore troviamo il socket del processore con la circuiteria per l’alimentazione, i 4 slot che ospitano le Dimm di memoria, l’insieme delle porte I/O e dei connettori di alimentazione provenienti dall’alimentatore nonché i punti di lettura dei voltaggi erogati ed i pulsanti di accensione/reset. Approfondiamo più avanti nello specifico le varie zone.
Nella seconda metà in basso troviamo gli slot d’espansione PCI-E e S-ATA. La zona perimetrale in basso è dedicata ai cavi provenienti dallo chassis. Il dissipatore identificato dal logo Republic of Gamers ha più una ragione estetica che funzionale.
La superficie sottostante presenta le viti di ritenzione delle staffe del socket e dei due dissipatori. Dall’analisi delle connessioni PCI Express possiamo individuare i primi due slot di tipo X16 elettrici mentre gli altri di tipo x8. Il penultimo, a differenza degli altri è x4 e conforme allo standard PCI Express 2.0, dedicato quindi all’installazione di periferiche audio o controller RAID. Tale slot è collegato al PCH Z87. Le configurazioni multi-GPU possibili sono molteplici e sono riassunte nella seguente tabella:
ASUS ha fatto un ottimo lavoro per massimizzare le prestazioni del comparto grafico. Lo switch PLX8747 permette di smistare il flusso di informazioni di 4 GPU permettendo di comunicare tra loro e nel frattempo con la CPU tramite le due connessioni x8 disponibili in Haswell. Al fine di evitare latenze addizionali inutili sarà possibile utilizzare il primo slot e lo slot nero B2 in configurazione 2-way SLI o CrossFireX nativa, quindi senza passare per il bridge PLX. L’intelligente posizionamento dello slot B2 permetterà di massimizzare la distanza tra due schede video, migliorandone l’areazione oppure permettendo l’installazione di schede video tri-slot.
Maximus VI Extreme nel dettaglio
Il socket di produzione Foxconn è il nuovo LGA1150 compatibile con i processori di classe Haswell. Attorno al processore, coperte da due flange a dissipazione passiva, con tecnologia ad Heatpipe, troviamo i VRM affiancati dalle nuove induttanze BlackWing e dai condensatori BlackMetallik 10k che si occupano di filtrare, stabilizzare e fornire la corrente necessaria al processore per il corretto funzionamento.
La Maximus VI Extreme è provvista di una sezione VRM di alimentazione del tutto identica a quella della Hero. Dispone di 8 fasi per il processore, controllate l’ASUS DIGI+ APS1251, e di 2 fasi per la memoria, controllate dall’ASUS DIGI+ ASP1103. . I mosfet, nascosti dalle grosse flange dissipatrici, sono 8 NexFET CSD87350D5D della Texas Instrument. I NexFET sfruttano un approccio multipackage per inglobare all’interno di un unico chip un mosfet high-side ed uno low-side, solitamente installati tramite due componenti discreti sulla scheda madre. Ciò ha permesso di ridurre lo spazio necessario sul PCB, nonché di ottenere un’efficienza superiore in alcuni casi al 90%. I NexFET, a differenza dei DrMOS MSI o dei PowIRStage che troviamo in molte Gigabyte, non inglobano al loro interno il driver. Sul retro del PCB troviamo pertanto, nascoste dalle due piastrine metalliche nere che fungono da protezione e da dissipatori passivi, 8 driver prodotti dalla Internal Rectifier. Si tratta degli IR3535 che permettono una frequenza di switching fino ad 1 MHz.
Il gruppo di porte I/O che porta in eredità la Maximus VI Extreme consta di un totale di 8 porte USB di cui 6 USB3.0. E’ presente il pulsante Clear-CMOS, il pulsante ROG Connect, un attacco PS2 misto mouse/tastiera, la porta ottica S/PDIF nonché l’uscita video HDMI e Display Port, una porta Ethernet RJ45 in standard Gigabit e l’insieme di attacchi jack audio.
Tra il dissipatore e il gruppo di porte I/O è presente il controller HDMI a 3 Gbps Parata PS8201A.
I connettori per l’alimentazione ausiliaria del socket sono 2, uno da 8 e uno da 4 pin. Troviamo anche il controller NGFF Asmedia 1467.
La Maximus VI Extreme è provvista di un connettore per l’alimentazione ausiliaria degli slot PCI-Express.
Come si evince dalla foto, gli slot PCI-E totali della Maximus VI Extreme sono 6, di cui 1 PCI-E 2.0 a x4 mentre i restanti sono 3.0 a x16 (meccanici). Abbiamo già spiegato nel capitolo precedente le configurazioni consigliate per l’installazione di 1 o più schede video (fino a 4). Il chip PLX PEX8747 che si occupa del routing dei vari slot PCI Express 3.0 è protetto dal dissipatore sottostante al socket, su cui spicca la scritta Republic of Gamers.
Il controller ASM1074 mette a disposizione della Maximus VI Extreme 4 porte USB3.0 addizionali.
La sezione audio è di tipo 7.1 canali HD Audio ed è gestita dal chip Realtek ALC1150. Rispetto ad altre schede madri di serie ROG, la Extreme non dispone della sezione audio Supreme FX, feature utile ai videogiocatori ma superflua per gli overclockers.
In foto gli switch ASM1480 per lo switching tra le varie linee PCI-Express3.0.
Il bridge PEX8605 di PLX Tecnology è necessario per poter bypassare il controller PEX8747 ed utilizzare in configurazione nativa x8/x8 due schede video.
Non poteva mancare sulla Maximus VI Extreme il doppio BIOS, per proteggerci da eventuali aggiornamenti non andati a buon fine.
In foto il connettore AAFP (Front Panel Audio) assieme al connettore SPDIF/Out. Di seguito lo switch per l’attivazione della modalità Fast Boot.
Il pulsante DirectKey consente l’accesso diretto al setup del BIOS all’accensione, senza la necessità di premere ripetutamente il tasto F2 o Canc sulla tastiera.
In foto oltre ad un connettore a 4 pin per ventole, il connettore dati per l’OC Panel.
Qui troviamo 2 connettori per un totale di 4 porte USB 2.0.
Oltre all’ennesimo attacco a 4 pin per ventole, troviamo 2 connettori a 2 pin di cui il primo da collegare ad una sonda termica ed il secondo per collegare un pulsante per le funzionalità DirectKey. Ovviamente troviamo anche l’insieme dei pin per collegare i connettori che arrivano dallo chassis. Per ultimo, il pulsante per effettuare il boot utilizzando il primo oppure il secondo BIOS.
L’integrato Nuvoton NCT6791D si occupa del monitoraggio dei parametri di sistema, nonché del controllo delle ventole PWM
Per i più esigenti ben 10 porte SATA3 6Gbps di cui le prime 4 da sinistra pilotate dal controller Asmedia ASM1061.
In evidenza le 2 fasi che provvedono ad alimentare la zona RAM con i 4 slot di memoria DDR3. Poco sopra il controller DIGI+ VRM dedicato alla gestione di queste due fasi.
Qui troviamo oltre ai pulsanti di accensione e reset, lo switch per intervenire in ON/OFF sui 4 slot PCI-Express. Il tasto MemOK! se premuto permette di avviare il sistema in modalità di compatibilità per le memorie. Oltre al display a 2 cifre per la diagnostica in fase di avvio, troviamo l’interruttore SLOW MODE per l’avvio della CPU a frequenza ridotta. L’utilizzo di quest’ultimo è ad esclusivo appannaggio degli overclocker più esperti. Per l’utilizzo quotidiano è vivamente consigliato di lasciare lo switch su OFF se non volete assistere ad un consistente calo di prestazioni.
OC Panel: una console polifunzionale
E’ doveroso dedicare una pagina a questo dispositivo ,non solo perché è la prima volta che ASUS introduce un dispositivo così orientato all’Overclock, ma perché questo pannellino di comando estremamente versatile offre sia funzioni di controllo e monitoraggio dei parametri vitali della scheda che 2 sensori di temperatura i cui ingressi, compatibili con sonde K, permettono all’utente di risparmiare soldi che altrimenti dovrebbe investire per acquistare uno o più termometri atti allo scopo.
L’OC PANEL è stato progettato e realizzato per operare sia integrato in un bay da 5,25” grazie al kit che accompagna l’accessorio per il corretto posizionamento all’interno di uno chassis, sia utilizzato esternamente per sessioni di bench ad azoto, e quindi posto sul tavolo a fianco della Motherboard.
L’OC-Panel può operare in 2 modalità diverse, NORMAL ed EXTREME. Nella modalità normale abbiamo 4 gruppi di numeri; partendo dall’alto a sinistra abbiamo la temperatura della CPU. Ci teniamo a specificare che in questo caso non si tratta della temperatura indicata dal sensore interno della CPU (come ad esempio quella indicata da Realtemp), ma quella rilevata dalla motherboard. Abbiamo poi a destra la velocità di rotazione della ventola collegata al connettore CPU_Fan. In basso a sinistra abbiamo la frequenza di clock del Bclk mentre a destra il moltiplicatore di clock o Ratio della CPU. Nella modalità NORMAL i 4 tasti assumono queste funzioni:
Nella modalità EXTREME la videata presenta queste informazioni:
Le frecce sinistra e destra servono a far scorrere i differenti voltaggi erogati, mentre i tasti verticali + e – servono a variarne i valori. Il tasto centrale di OK serve ad applicare/confermare il valore. Il tasto START serve a spegnere/accendere la motherboard, mentre i tasti di CLEAR e RESET servono rispettivamente ad effettuare il Clear CMOS oppure il reset del PC. Selezionando la freccia destra ci spostiamo tra le varie voci relative ai voltaggi
Ricordiamo che per funzionare in modalità EXTREME l’OC PANEL ha bisogno che sia attiva la modalità Extreme Mode nel Bios.
Aprendo lo sportellino sottostante i tasti, scopriamo funzionalità aggiuntive che possono essere attivate tramite i rispettivi connettori. Come si evince dalle note descrittive, anche gli overclockers più avanzati possono trarre benefici da questo strumento estremamente versatile.
BIOS
L’introduzione dello standard UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) rilasciato da Intel nel 2007 ha consentito tra le molte feature di poter personalizzare a proprio piacimento l’ostico (fino a poco tempo fa) ambiente del BIOS. Il lavoro svolto da ASUS sull’interfaccia grafica del BIOS della Maximus VI Extreme è notevole. La schermata di default di accesso al BIOS è la EZ Mode che raggruppa i principali parametri di frequenza e temperatura, ma la più ricca per voci disponibili su cui intervenire è la Advanced Mode. La navigazione come si evince è raggruppata per schede.
La prima scheda è dedicata ai My Favorites.
La sezione più interessante per gli Overclockers e gli Hardcore Gamers è la Extreme Tweaker, in quanto include tutti quei parametri sui quali agire per personalizzare ed overcloccare (aumentare) la frequenza di lavoro dei singoli componenti. Come si evince dagli screen, la Maximus VI Extreme permette di arrivare fino ad un moltiplicatore di 80x.
In caso di frequenza di Bclk a default possiamo arrivare ad un limite di 3000 MHz con le RAM, ma tale limite è facilmente estendibile con i relativi moltiplicatori e con l’overclock del base clock. Il CPU Level Up permette di portare in modalità automatica la CPU alla frequenza desiderata.
Le sotto-voci relative ai timings non mancano e mostrano la completezza del BIOS, in grado di soddisfare anche i professionisti.
In questa scheda si prende visione delle VGA/Memorie installate nel sistema e la relativa velocità di esercizio.
È possibile intervenire sulla sezione di alimentazione, sull’erogazione dei voltaggi e sui parametri di stabilizzazione degli stessi, tramite la LoadLineCalibration.
In screen i valori massimi di tensione che è possibile impostare, come vedete sono valori molto alti che solo con una scheda madre di classe ROG è possibile avere. Ovviamente devono essere utilizzati con cautela in relazione al tipo di raffreddamento adottato ed al tipo di overclock desiderato.
Nel sottomenu Tweaker Paradise è possibile intervenire su ulteriori valori di interesse per pochi overclocker estremi.
La scheda MAIN permette di scegliere la lingua dell’interfaccia del BIOS.
Nella sezione Advanced, in particolare nella sottosezione CPU Configuration, troviamo tutte quelle impostazioni relative alle tecnologie di risparmio energetico della CPU, nonché sul Ratio o meglio il rapporto di moltiplicazione che agisce direttamente sulla frequenza finale.
In altre sotto sezioni come Storage oppure USB Configuration ed Onboard è possibile personalizzare i devices collegati al sistema nonché la connettività ed il sistema a LED presente sulla Maximus VI Extreme.
La sezione successiva Monitor è molto ricca ed è possibile monitorare in tempo reale i parametri vitali del sistema come voltaggio e temperatura ed intervenire sui controlli di questi ultimi attraverso degli allarmi.
Nella sezione Boot andiamo a scegliere con quale dispositivo/periferica connessa al sistema avviare il sistema ed eventualmente le priorità di avvio tra le periferiche.
Nell’ultima sezione Tool troviamo degli utili strumenti come l’ASUS EZ Flash 2 Utility con cui possiamo aggiornare il BIOS piuttosto che salvare la sua configurazione nell’ASUS Overclocking Profile oppure leggere le informazioni contenute nel chip SPD dei moduli DIMM tramite la voce SPD Information
Infine possiamo intervenire sulla configurazione del ROG OC Panel H-Key.
Sistema di prova e Metodologia di test
I test eseguiti sulla Maximus VI Extreme sono volti a verificare la stabilità della scheda a frequenze d’uso comune, a verificarne la qualità e la competitività sul mercato ed a valutarne la stabilità della stessa sotto stress anche ricorrendo all’overclock spinto. E dato che parliamo di una scheda madre di classe ROG progettata per dare molte soddisfazioni in quest’ambito, esamineremo la Maximus VI Extreme con sistemi di raffreddamento non usuali. Per rilevare con precisione le temperature dei dissipatori passivi della zona socket con il sistema sotto overclock, ci avvarremo di un termometro digitale della Voltcraft mod. K101 onde verificare l’efficacia del sistema passivo di dissipazione. Di seguito i componenti utilizzati per i test:
Come si evince dalla tabella, abbiamo messo in comparazione i risultati ottenuti dalla Maximus VI Extreme con altre motherboard che sono state oggetto di test nel nostro laboratorio. E per rendere più interessanti i dati pubblicati, abbiamo introdotto anche quelli della serie precedente GA-Z77X-UD4H i cui risultati sono stati ottenuti con un i7-3770K. Ovviamente per rispondere alla diversa tipologia di test e performance richieste dai test abbiamo utilizzato 2 tipi di kit di ram, differenti sia per velocità che per prestazioni: Gskill il cui target a 1600MHz è pienamente compatibile con la frequenza di default del controller integrato in Haswell ed un kit costituito da 2 moduli DIMM Dominator Platinum 2133 della Corsair di modo che tale scelta non rappresentasse un collo di bottiglia per i test di overclock.
Test Sintetici
3DMARK 11
Benchmark prodotto da FutureMark, richiede la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 11. La software house sviluppatrice afferma che i test sulla tessellation, l'illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. 3DMark 11 Advanced Edition permette di impostare tre modalità di benchmark in DX11, Performance, High ed Extreme. Il primo test, basato sullo scenario Deep Sea, non applica la tessellation ma fa uso di un sistema d'illuminazione e ombre marcato. Il secondo test, nuovamente fondato su Deep Sea, applica un livello di tessellation medio e riduce, anche in questo caso a livello intermedio, l'illuminazione. Il terzo test grafico, basato sullo scenario High Temple, ha un livello di tessellation medio e illuminazione ridotta. Il benchmark è stato impostato per sfruttare per il calcolo della PhysX esclusivamente il processore e non la scheda video NVIDIA.
Nel confronto con le avversarie, la Asus Maximus VI Extreme esce vincitrice nello score finale, ma non nel Graphic Test. Stesso discorso per lo specifico test PhysX nel quale supera tutte le avversarieconfermandosi sul podio la più performante.
3DMARK VANTAGE
Benchmark sintetico sviluppato da FutureMark. Richiede obbligatoriamente la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 10 e di un sistema operativo Windows Vista o Windows 7. Il benchmark si compone di 6 distinti test: 4 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. I test si eseguono scegliendo tra 4 preset configurati da FutureMark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente, così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso. Il software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High ed Extreme. I test sono stati fatti solo nella modalità Entry, Performance e High.
Anche in questo benchmark come per il precedente, in entrambi i test sia grafico che fisico la posizione della Asus Maximus VI Extreme non cambia e si conferma la più performante, anche se nel GPU Test 1 non riesce a superare l’avversaria della Gigabyte, Z87-UD3H.
MaxxMEM v2
MaxxMEM v2 misura la larghezza di banda (in GB/s) del sottosistema di Memoria. Il risultato fornito di lettura e scrittura è molto attendibile e grazie ad uno sforzo dei programmatori il programma riesce a non essere influenzato dall’intervento del sottosistema della cache che ne altera il risultato accrescendone i valori.
In questo test, sebbene la Asus Maximus VI Extreme riesce a posizionarsi in testa della classifica, nel test della latenza sembra essere nettamente distaccate dalle altre.
Test Compressione Dati e Multimedia
Passiamo adesso ai test che misurano le performance negli ambiti della Compressione e flusso Multimediale e vediamo le differenze che ci sono a parità di hardware tra la Asus Maximus VI Extreme e le contendenti. Chiariamo subito sono stati modificati solo i timings delle memorie principali, quelle esposte in tabella, mentre i restanti sono stati settati tutti in auto.
7Zip 9.20
Questo noto software di gestione degli archivi contiene al suo interno un tool in grado di analizzare le prestazioni del sotto-sistema CPU – RAM. Il software riporta un valore espresso in MIPS (Million Istruction for Second). Il test comprende compressione, decompressione e valore generale.
La Asus Maximus VI Extreme riesce a conquistare la seconda posizione distanziata di poco dall’avversaria della Gigabyte.
Cinebench R11.5 & R15
Software prodotti dalla Maxon che permettono, tramite l’elaborazione di contenuti tridimensionali, di testare le performance del sottosistema CPU / RAM. Entrambe le release consentono l’esecuzione del test utilizzando un solo core (fisico) della CPU rispetto a quello globale che sfrutta tutti i core sia fisici che logici presenti all’interno del processore.
Come nei precedenti benchmark la situazione per la Asus Maximus VI Extreme resta immutata, confermandosi sul podio. Per la nuova versione del noto tool di rendering non abbiamo valori di comparazione, ma sicuramente popoleremo la classifica con altri modelli.
X264 Benchmark HD 3.0
Software che mediante la codifica video x264 sfrutta in maniera considerevole il sottosistema CPU <-> RAM e per questo è l’ideale per valutare le prestazione delle schede sotto tale ambito.
Anche in questo test la Maximus VI Extreme riesce a spuntarla sulle rivali.
Handbrake 0.9.5
Software di transcodifica video multithread con il quale è possibile convertire un file video in un altro formato. Il processo comprende codifica video x264, codifica audio FAAC e mux finale in contenitore MP4. Per il test abbiamo preso di riferimento il nostro video sample di sempre, utilizzato anche per i test delle altre schede. Viene preso in considerazione il tempo impiegato dalla CPU per svolgere tale compito. Minore è il tempo impiegato e più prestante sarà il risultato ottenuto.
Anche in Handbrake la Maximus VI Extreme riesce a classificarsi in prima posizione.
Overclock
Come primo test di overclock cercheremo di raggiungere una configurazionestabile per il daily use, con un sistema di raffreddamento a liquido custom.
Un tipo di test particolarmente pesante menzionato prima è quello del CineBench in quanto è un tipo di test che spalma l’elaborazione su tutti i core del processore, sia fisici che logici. Essendo limitati dal tipo di raffreddamento utilizzato, liquido, compatibilmente con il calore prodotto siamo riusciti a chiudere il test con una frequenza massima di 4600 MHz.
Sicuri di riuscire a mantenere in Daily tale frequenza, abbiamo chiuso ogni perplessità eseguendo il test di LinX e chiudendolo senza problemi. In questo caso, compplice l'elevato calore generatio, abbiamo dovuto ridurre la frequenza di esercizio a 4500 MHz.
Da notare la differenza in termini di GFlop tra la versione 0.6.5 di Linx e la vecchia versione 0.6.4, che non sfrutta le librerie AVX.
Ovviamente, dato il settore a cui è indirizzata la Maximus VI Extreme, non potevamo esimerci dall’eseguire test in overclock usufruendo di un sistema di raffreddamento estremo come l’azoto liquido. Siamo quindi riusciti ad ottenere varie frequenze in relazione al carico generato dai vari tipi di test, raggiungendo la frequenza limite di 6092 Mhz per il test del SuperPi 32M il cui algoritmo consiste nella ricerca dei numeri primi. Impostando 32M (Milioni) il software estende la ricerca fino ad un massimo di 32 milioni di decimali. Il test non è molto pesante come carico di CPU ma sollecita del controller integrato della memoria, per questo vengono impostati solo 2 core che sono più che sufficienti per eseguire un software di tipo single thread. Il calore sviluppato e la potenza richiesta dalla CPU non è particolarmente elevato con il SuperPI, a differenza per esempio del test relativo al Cinebench dove vengono sfruttati sia i core fisici che logici della CPU.
Ricordiamo ai lettori che sono molte le variabili che partecipano a rendere una CPU “fortunata” dal punto di vista dell’overclock ossia della capacità di scalare in frequenza.
Altro test particolarmente gravoso e diremo tra i più pesanti assieme al test CPU del Vantage, è rappresentato da XTU (Intel Extreme Utility).
XTU realizzata dalla stessa Intel consiste in un software in grado non solo di monitorare i valori di frequenza e temperatura della CPU ma anche di modificarne i parametri di clock al fine di raggiungere la frequenza più elevata, temperature permettendo. Ovviamente per verificarne la stabilità, il tool mette a disposizione l’esecuzione di una routine “Burn” basata sulle librerire Linpack che genera un carico prossimo a 100% su tutti i core fisici della CPU. Il calore nonché il consumo generato è ai massimi livelli.
Consumi
Grazie della presenza di punti per la rilevazione delle tensioni in tempo reale, ci siamo avvalsi del noto tool CPU-Z (aggiornato alla release 1.67) per la rilevazione e la stabilizzazione della frequenza del processore in tempo reale. Le misurazioni sono state effettuate con il sistema sotto carico tramite Cinebench R15 utilizzando come riferimento la frequenza limite di 4600MHz, che è poi la stessa frequenza di test impostata da BIOS anche per le altre 2 schede madri. La frequenza della memoria è stata impostata a 1600 con timings 8-8-8-24 1T. Ovviamente per superare il test ogni scheda ha richiesto da BIOS, per poter chiudere il test senza errori, un determinato voltaggio. Al fine di rendere attendibile il test e porre le schede sullo stesso piano per verificarne la sezione di alimentazione e quindi la singola capacità di stabilizzare il Vcore erogato riducendo al minimo il Vdroop, siamo intervenuti sul LoadLineCalibration settandolo al massimo possibile, cosi da mettere sullo stesso piano l’intervento della sezione di alimentazione delle varie motherboard. Il profilo LLC impostato al livello 8 (il massimo possibile) da BIOS,sulla ASUS MAXIMUS VI EXTREME ci ha permesso, grazie ai punti di misurazione delle tensioni, di rilevare tramite multimetro digitale un comportamento stabile con un Vdroop praticamente nullo, ossia di soli 0,001 volt. Lo scopo del test mira principalmente ad analizzare l’aspetto delle tensioni erogate ed il relativo Vdroop in un’ottica di efficienza del sistema di alimentazione e non a ricercare il valore più alto per fini di gara o record. Ricordiamo che l’importanza del circuito di alimentazione è direttamente proporzionale alla capacità computazionale e di carico, poiché a determinate frequenze limite ed in generale sotto overclock, il processore assorbe un notevole quantitativo di corrente e se la sezione di alimentazione della motherboard non riesce a far fronte alla richiesta di corrente, il valore computazionale restituito su qualsiasi test effettuato rimane basso. Di solito su molte altre schede madri con una sezione di alimentazione non all’altezza, per cercare di chiudere il test ad una data frequenza, si cerca di compensare aumentando il voltaggio (Vcore) applicato al processore, ma ci si scontra con il problema della temperatura. Di seguito la tabella riepilogativa dei risultati ottenuti:
Il risultato ottenuto con il test effettuato sulla nuova versione R15 di Cinebench, è risultato in linea con l’altra scheda madre della serie ROG e di poco superiore alla Gryphon Z87. Le temperature registrate sono risultate le più basse della concorrenza, questo grazie ad un ottimo sistema di dissipazione passivo dotato di Heatpipe che per la bassa temperature ambiente dato che si sta andando verso l’inverno.
Ci teniamo a precisare che sconsigliamo per un daily clock a qualunque frequenza lo si voglia raggiungere e mantenere, d’impostare un LLC al massimo in quanto utilizzare tale settaggio in primis non è necessario, dato che questi settaggi si utilizzano per chi opera sotto azoto, ed in secondo luogo comporta una notevole produzione di calore nonché un maggiore stress al processore.
Conclusioni
Prestazioni | Nei test a default la Maximus VI Extreme ha mostrato gli artigli rispetto alle concorrenti. Il parco di connessioni e di feature offerte è molto vasto. | |
Overclock | La nuova sezione di alimentazione delle Maximus VI si è dimostrata in grado di regalare grandi soddisfazioni agli overclocker, dimostrandosi perfettamente stabile anche con sistemi di raffreddamento estremi. La Extreme offre tutta una serie di feature esclusive per l'overclock, come l'innovativo OC panel, un vero centro di controllo per l'overclocker estremo. Peccato solo per la scarsa ergonomia di quest'ultimo e per il connettore ballerino... difetti che potevano essere evitati. | |
Estestica | Stile che vince non si cambia. Forse inizia a diventare un po' scontato, ma piace sempre. | |
Materiali | Le componenti utilizzate sono di prim'ordine. Solo la sezione audio lascia un po' a desiderare, rispetto ai modelli di fascia inferiore, d'altra parte chi spende 350€ per una scheda madre può permettersi di comprarsi una scheda audio all'altezza, se è un aspetto di suo interesse. | |
Prezzo |
Il prezzo di 350€ è sicuramente elevato. Per l'utlizzatore medio è semplicemente una follia visto che una Maximus VI Hero o Gene costa praticamente la metà e non è da meno per l'overclock quotidiano. Per chi pratica l'overclock estremo, l'OC panel offre un valore aggiunto considerevole, non solo per la comodità di utilizzo, ma anche perché sopperisce alle funzioni di un termometro digitale, solitamente molto costoso. |
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Complessivo |
Scheda madre di punta della scuderia ROG di casa Asus, la Maximus VI Extreme ha mostrato un’eccellente stabilità e completezza. Progettata fin nei minimi particolari per l’utilizzo in campo overclock, questo modello offre quanto di meglio è possibile avere attualmente dal mercato su una scheda madre e per questo si differenzia dagli altri modelli sia per la completezza delle features che per la presenza dell’OC Panel, valore aggiunto che consente di risparmiare anche dei soldi dato che non offre le sole funzioni di monitoraggio e modifica in tempo reale dei parametri di voltaggio e di clock, ma ha al suo interno due ingressi per sonde K al fine di rilevare la temperatura (anche sottozero) con estrema precisione. Non solo, offre anche, per facilitare le operazioni di overclock nei benchmark 3D, dei punti per l’overvolt e controllo di schede video di fascia elevata come le DirectCUII e Matrix di casa ASUS. Ovviamente non mancano i punti di rilevazione delle tensioni e l’ottimo circuito a controllo digitale DIGI+ III giunto alla terza release. Il numero di porte sia SATA3 che USB 3.0 è molto elevato grazie ai controller aggiuntivi che non ne limitano l’espandibilità. Sul BIOS ASUS, lo stiamo dicendo ormai da parecchie recensioni, è stato fatto un ottimo lavoro ed è tra i più completi della categoria. La presenza di ben 5 slot PCI-Express la rende la scheda ideale per creare un sistema multi VGA sia esso Nvidia SLI o AMD CrossFireX. I colori ormai caratteristici della linea ASUS ROG ed il layout curato rendono la Maximus VI Extreme un prodotto sempre bello da mostrare nel proprio case. Anche il bundle come ci aspettavamo è completo come anche completo è risultato il reparto di connettività della scheda. Lato connettività possiamo recriminare soltanto la mancanza di porte Thunderbolt, tuttavia troviamo probabilmente più utile la presenza dello slot per SSD NGFF o il modulo Combo WiFi BT 4.0. Per essere proprio pignoli, i punti di rilevazione delle tensioni non hanno i classici connettori che si trovano per esempio sulla Rampage IV Extreme. D’altra parte le tensioni possono essere lette dal display dell’OC Panel, che funge da multimetro digitale, le cui misurazioni si sono dimostrate in linea con quelle di un multimetro dedicato (nei limiti degli errori di misura dei due strumenti). Altro aspetto che sicuramente può essere migliorato è rappresentato dal connettore dati presente in bundle che viene collegato all’OC Panel: riteniamo che ci siano margini per renere più stabile e sicuro il sistema di attacco del cavo all’OC Panel.
In conclusione, raccomandiamo senz’altro l’acquisto a chi è alla ricerca di una scheda non solo completa dal punto di vista di funzioni/accessori, ma soprattuto a chi cerca le massime prestazioni in ambito overclock. Dato il prezzo di quasi 350€, la Maximus VI Extreme rimane un prodotto per chi non ha problemi di portafogli: una scheda madre del genere dovrà infatti essere accompagnata da hardware del medesimo rango.
Valter d’Attoma