Ciao Mondo 3!

AnteprimaMancano ormai pochi mesi al salto verso il socket LGA 1150 ed all’introduzione della futura piattaforma con chipset Z87 con processori basati sulla nuova architettura Haswell. Nell’attesa, è giunta in redazione una delle tante schede madri del produttore Gigabyte che popolano le classifiche di overclock del noto sito Hwbot. In questa recensione verificheremo insieme quali sorprese nasconde e quali numeri riuscirà a sfornare. Tra le caratteristiche salienti della UD4H, noteremo che siamo al cospetto di una scheda dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

 

 

 

 

 

GIGABYTE, azienda fondata nel 1986, è considerata da sempre uno dei maggiori punti di riferimento nel mondo dei computer. Attraverso un team di ricerca all'avanguardia, è in grado di offrire prodotti fortemente innovativi, con soluzioni all’avanguardia tecnologicamente avanzati. Inizialmente dedita esclusivamente al mercato di schede video e schede madri, con il passare degli anni si è fatta strada anche nella produzione di notebook e desktop ed ha ampliato il suo portafoglio clienti anche attraverso la produzione di case, dissipatori, alimentatori e periferiche per il gaming.

 

Logo

 

L'azienda è molto attiva nel settore dell'overclock e si è spesso distinta con l'ausilio di prodotti dedicati esclusivamente a tale specialità; tra i prodotti più spinti si ricorda la scheda madre X58-OC basata su socket Intel LGA 1366 e, tra le più recenti, la fortunata serie di schede menzionate con il nome di G1.Assassin, basate sul socket LGA 2011 (X79) e progettate e pensate per l'overclock estremo ed offrire la più alta esperienza in termini di soddisfazione all’utente evoluto.

Analizziamo insieme nel prossimo paragrafo le peculiarità della Mainboard Z77X-UD4H.

GIGABYTE Z77X-UD4H Prodotto recensito da Valter D'Atttoma in data . Voto: 4,5. Prezzo medio in Italia 170€

 

 


 

Caratteristiche esclusive principali

 

La Z77X-UD4H si pone nella fascia media dell’offerta GIGABYTE ma troviamo comunque alcuni accorgimenti e caratteristiche dei modelli più evoluti quali i punti di lettura delle tensioni, i pulsati di accensione/reset che facilitano le operazioni per quegli utenti che utilizzano le schede su banchetti tipici per le sessioni di overclock. Sicuramente si differenzia dalla fascia superiore contraddistinta dalla lettera P al posto della lettera D in quanto è assente la 5° generazione della ben nota tecnologia brevettata Ultra Durable ma del resto stiamo parlando di una scheda dal costo inferiore. La sezione di alimentazione della UD4H adotta quindi una topologia classica, con componenti discreti, meno efficiente rispetto ai nuovi DrMOS PowIRStage ma non per questo meno adatta all’overclock. Il prezzo inferiore rispetto alle UP4-TH, sarà sicuramente apprezzato dagli utenti, che probabilmente non faranno fatica a rinunciare anche alle due porte Thunderbolt.

 

Schema UltraDurable

Qui potete trovare informazioni aggiuntive ed uno schema esaustivo delle differenze tra le varie evoluzioni di schede madri Ultra Durable:

 

 

 

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Nella parte retrostante della scatola è possibile dare uno sguardo alle numerose feature presenti nella Z77X-UD4H. All’atto della progettazione e della realizzazione GIGABYTE sceglie la migliore componentistica presente sul mercato, come ad esempio MOSFET Lower RDS(on), noti anche anche come WPAK oppure PowerPAK,  in luogo dei comuni D-Pak, facilmente individuabili effettuando un rapido conteggio dei pin di connessione (8 per i nuovi modelli, 3 per i tradizionali).

 

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La tecnologia 2x Copper PCB prevede l’adozione di strati di rame nel PCB da 2oz, un valore doppio rispetto ai PCB tradizionali. Questo consente un miglior raffreddamento delle componenti, una maggiore protezione da interferenze elettromagnetiche e scariche elettrostatiche, oltre a garantire segnali di migliori qualità per via dell’impedenza dimezzata. . Ciò comporterà inevitabilmente una maggiore longevità della scheda madre.

 

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Logicamente è garantito il supporto ai processori Ivy Bridge di nuova generazione a 22nm e grazie alla tecnologia proprietaria Gigabyte 333 OnBoard Acceleration che include i 3 nuovissimi standard USB3, SATAIII ed 3x USB Power Boost, le nuove tecnologie offerte dal chipset Z77 vengono sfruttate al meglio.

 

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Grazie all’USB PoweBoost, particolare riguardo è stato dato dai progettisti al problema dei consumi, poiché è possibile ricaricare i dispositivi mobili come smartphone, tablet, etc. in minor tempo e soprattutto anche a PC spento.

 

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Poiché come è risaputo che “la potenza è nulla senza controllo”, l’utility Gigabyte EZ Smart Response semplifica l’approccio alle tecnologie offerte da Intel con il chipset Z77. Ad esempio, per la realizzazione di un sistema RAID, bisogna prima settarlo nel BIOS, per poi formattare i dischi ed infine installare il sistema operativo. Ebbene queste 3 fasi vengono svolte inautomatico in un singolo step dall’utility Gigabyte EZ Smart Response, ottenendo infine un boost prestazionale in modo istantaneo.

 

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La garanzia del sistema 3D Power brevettato da Gigabyte, assicura l’adozione di componentistica digitale di prima qualità, grazie alla quale è possibile controllare in modo più preciso l’erogazione delle varie tensioni al processore (Vcore, Vtt, Vgpu, etc.). Grazie ad esso è possibile avere un segnale più pulito per il controllo delle fasi di alimentazione, estendere la vita dei componenti e ottenere overclock più stabili in minor tempo.

 

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Nello specifico l’utility 3D Power si presenta a forma di cubo, dove i 3 lati (frontali/visibili) rappresentano rispettivamente il controllo delle Tensioni, delle Fasi e delle Frequenze, che grazie ai chip IR3570A ed IR3564A vengono erogate in modo omogeneo ed efficiente in relazione al carico rispettivamente sia alla memoria che al processore.

 

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Il BIOS, questo importantissimo componente, sconosciuto ai molti, è stato reso da Gigabyte semplice grazie alla brevettata interfaccia BIOS 3D. Con gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia UEFI, Gigabyte ha creato non solo un’interfaccia identificabile dalla tecnologia brevettata 3D MODE estremamente curata ed intuitiva, ma ha saputo soddisfare le necessità degli utenti più esigenti che attraverso le funzioni più avanzate del BIOS (Advanced Mode) riescono a spremere fino all’ultimo Megahertz dal proprio sistema. Allo stesso tempo gli ingegneri GIGABYTE in fase di progettazione hanno saputo mantenere come sempre un alto standard di sicurezza grazie alla presenza della tecnologia DualBIOS ossia di un secondo chip BIOS che funge da backup e ne permette l’avvio del sistema in caso di failure.

 

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Non poteva mancare su una piattaforma così avanzata dal punto di vista delle tecnologie implementate, l’interfaccia PCI Express 3.0 creata da Intel e presente sulle CPU di ultima generazione. Ricordiamo che questa tecnologia sarà disponibile soltanto nelle CPU Ivy Bridge e nelle schede video a partire dalle generazioni AMD HD 7000 e NVIDIA GTX 600.

 

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Grazie alla nuova unità di elaborazione grafica HD 4000 presente sulle CPU di ultima generazione di classe Ivy Bridge ed al supporto Lucid Universal MVP, vengono migliorati i tempi di risposta del PC per i contenuti videoludici consentendone una fluidità estrema senza l’ausilio offerto dalla scheda video integrata. Anche le prestazioni con i giochi di ultima generazione subiscono un boost in qualità, grazie all’aiuto offerto dalla iGPU integrata nel processore che permetterà di evitare i fastidiosi fenomeni di tearing e di migliorare la reattività delle periferiche di input.

 

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Logicamente è garantito il pieno supporto alle librerie Microsoft DirectX 11 come alle tecnologie proprietarie di connessione MultiGPU SLI della Nvidia ed CrossFireX di AMD per avere il massimo dei dettagli e prontezza di riflessi dai giochi di ultima generazione.

 

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L’esclusiva connettività mSATA brevettata da Intel ed in dotazione alle schede della Gigabyte, come la Z77X-UD4H, permette di avvantaggiarsi di un SSD di piccole dimensioni che, essendo più veloce di un disco meccanico in termini di tempi di accesso e throughput I/O, può essere utilizzato come memoria cache. In questo modo sarà possibile velocizzare il sottosistema di storage rendendolo più reattivo, specialmente in presenza di dischi meccanici, in genere più capienti e dal costo per GB inferiore, ma più lenti rispetto agli SSD.

 

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Altre tecnologie aiutano l’utente a configurare il sistema ed a renderlo più reattivo e prestante. Tra esse troviamo LAN Optimizer con cui è possibile modificare il traffico impostando delle priorità a tutto vantaggio per esempio nelle sessioni Game di Lan Party. Oppure, menzionata prima, l’utility IntelEZ Setup permetterà di configurare con semplici passi il sottosistema storage usufruendo di tecnologie proprietarie Intel. Stesso discorso per la tecnologia Intel Rapid Start Technology grazie alla quale viene reso più efficiente il processo di messa in standby e ripresa senza perdere alcun documento/file a tutto vantaggio dei consumi generati dal sistema. Infine con la tecnologia Intel Smart Connect Tecnology è possibile mantenere attivi i collegamenti con le email in arrivo come anche le Application ed i Social Network, stesso discorso verso i servizi Cloud.

 


 

Specifiche tecniche

 

Riportiamo integralmente le Specifiche Tecniche della motherboard Z77X-UD4H disponibili anche sul sito del produttore:

 

SpecTec 01  SpecTec 02 SpecTec 03  SpecTec 04  SpecTec 05  SpecTec 06

 


 

Packaging e primo contatto

 

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Si distingue chiaramente la caratteristica confezione che accomuna i prodotti Gigabyte, ossia il colore di fondo bianco che esalta maggiormente le tecnologie presenti su tutti i lati di cui vi abbiamo parlato nel precedente paragrafo. La scatola è come sempre molto resistente, essendo di cartone multistrato plastificato. Sull’etichetta si evince sia il model number sia la revisione, oltre al seriale che in quanto sample è stato omesso.

 

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Il bundle della scheda è minimale, del resto non stiamo parlando di una top di gamma come lo è la G1 Sniper3 che abbiamo precedentemente recensito oppure la Z77X-UP7. Distinguiamo 4 cavi interni SATA, la manualistica in inglese con il CD-ROM dei driver e degli applicativi, la mascherina delle porte I/O ed infine un ponticello - NVIDIA SLI.

 

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Il PCB della UD4H come anche i vari slot di espansione e le flange si presentano di colore scuro, facendo risaltare maggiormente le informazioni serigrafate sul PCB. La zona socket appare molto lineare e ben pulita nelle sue saldature, a tutto beneficio di un eventuale coibentazione. Se dividiamo in due con un’ipotetica linea di separazione la Z77X-UD4H come mostrata in foto, che ricordiamo come da specifiche risponde allo standard ATX, nella parte destra troviamo i componenti principali del sistema. Si distingue il socket LGA 1155 con intorno la circuiteria di alimentazione mentre sotto abbiamo i 4 slot dedicati ai moduli di RAM, alternati per colore (Dual Channel), certificati in OC fino alla frequenze DDR3-2800 ed in grado di supportare fino a 32GB di memoria.

 Sopra al socket abbiamo l’insieme di porte I/O. Viceversa, nella metà di sinistra, troviamo la connettività e quindi a parte la grossa flangia (più ornamentale che funzionale) che raffredda passivamente il chipset Z77.

 

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Ma vediamo più da vicino cosa nasconde la Z77X-UD4H.          

      

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Considerando la posizione della Z77X-UD4H rispetto alla totalità di 21 motherboard della serie 7 lanciate da Gigabyte e dalle caratteristiche ovviamente ben diverse, la scheda oggetto di questa recensione si colloca nella fascia media, sia per caratteristiche che per numero di slot di espansione e numero di porte di connessione. Pur non beneficiando dell’ultimo standard Ultra Durable 5 e priva delle innovative porte Tunderbolt, eredita comunque tutte le migliorie della serie che si è resa protagonista nelle diverse gare di overclock a livello mondiale. Oltre ad avere un PCB con uno strato doppio di rame (garantendo una migliore capacità di dissipazione del calore) ed una componentistica selezionata, beneficia della presenza di ben due integrati che hanno la funzione di controllare a livello digitale la potenza erogata alla CPU, alla Memoria/iGPU: IR3564A + IR3570A.

 

 

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Da come si evince in foto e da specifica le fasi sono in totale 8 per la CPU, 2 per il VSA (System Agent Voltage) ed 1 per la iGPU. L’IR3564A è il controller principale in grado di controllare 4+1 fasi. Ulteriori chip IR3598 sono utilizzati per sdoppiare il segnale PWM, raddoppiando il numero di fasi controllabili (8 per la CPU + 2 per il VSA). Il controller IR3570A è probabilmente dedicato alle RAM e alla GPU. I mosfet utilizzati sono degli NTMFS4921N della On Semiconductors, due per ogni fase, uno per l’high side e l’altro per il low side, capaci di erogare quasi 60A. Hanno già dato prova in passato di grandi potenzialità sulla Z77X-UD3H, anch’essa molto apprezzata dagli overclocker. La Z77X-UD4H è pertanto la sua evoluzione, potenziata. Per le RAM e la GPU sono invece utilizzati tre mosfet, due K0393 e un K03B7 già visti per le fasi di alimentazione della G1.Sniper3.

L’area attorno al socket fa la felicità degli overclockers che non impiegano molto tempo per coibentarla dato che, condensatori allo stato solido a parte, non ci sono particolari problemi di spazio disponibile. In seguito ad una analisi più approfondita, non visibile in foto, possiamo dirvi che il design delle fasi è decisamente innovativo

 

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L’insieme delle porte I/O della Z77X-UD4H è composto, partendo da sinistra, da un primo blocco PS2 e 2 porte USB 3.0. Il blocco successivo è relativo ai 2 connettori VGA/DVI per l’uscita del segnale video al monitor/TV. Proseguendo verso destra abbiamo il blocco comprendente le 2 porte per l’uscita del segnale video digitale, riconosciamo la porta DisplayPort e quella relativa allo standard HDMI rev. 1.3a. Sopra invece l’attacco per la porta ottica S/PDIF.

 

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A ridosso di questo blocco, tra la flangia dissipatrice e il gruppo di porte I/O ci sono i 2 integrati della Asmedia ASM1442 che si occupano di convertire il flusso video digitale in uscita sulle porte DVI / HDMI effettuando un level shift del segnale. Proseguendo verso destra abbiamo altre 2 porte USB 3.0 e sotto, di colore rosso, 2 porte eSATA-600. Nel blocco successivo notiamo la porta Gigabit Ethernet RJ45 controllata dal chip Realtek RTL8111F, posizionato dietro di essa.

 

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Sotto alla porta Ethernet, altre 2 porte USB 3.0. Queste porte sono gestite direttamente dal chipset Z77 e sono le uniche funzionanti prima dell’installazione dei driver VIA: tastiera e mouse andranno collegate su queste porte all’atto della prima installazione. Ricordiamo che il chipset Z77 supporta in totale 14 porte USB 2.0 ed 4 porte USB 3.0. La Z77X-UD4H consta di 6 porte USB 2.0 tramite i connettori situati lungo il perimetro a sinistra degli slot di espansione. Le 8 porte USB 3.0 sono suddivise in 6 che vediamo dall’immagine precedente, e le restanti 2 tramite un altro connettore presente sulla scheda madre. A gestire le 4 porte USB 3.0 in più è il controller VIA VL800:

 

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Rimane all’appello il blocco di 6 attacchi adibito al flusso audio in entrata ed in uscita gestito dal chip Realtek ALC892 che supporta lo standard 7.1, quindi 8 canali più 2 indipendenti per lo streaming audio:

 

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Lasciando l’insieme di porte I/O in macro la presenza del controller per la funzionalità del PCI, dato che il chipset Z77 ne è privo.

 

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A garanzia di solidità anche sul lato software notiamo la presenza di due chip del bios, nel caso non si avviasse la scheda al boot per esempio per un’errata operazione di aggiornamento. Sulla destra scorgiamo anche il chipset Marvell 88SE9172 dedicato al controllo delle porta SATA ed eSATA 6Gb/s addizionali.

 

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Partendo dall’alto il 1°, 3° ed il 4° sono slot PCI-Express 1x. Il 2° slot supporta lo standard PCI-Express 3.0, mentre il 5° ed il 7° sono altrettanti slot PCI-Express 16x a lunghezza intera. Il 6° slot è compatibile con il vecchio standard PCI. In sostanza la scheda supporta queste configurazioni: x16 / - / - oppure x8 / x8 / - oppure x8 / x4 / x4. Gli slot PCI-Express supportano entrambe le tecnologie NVDIA SLI e AMD CrossFireX. Online è stato segnalato qualche problema in merito al mancato riconoscimento di controller RAID LSI sullo PCI Express x4, pertanto vi invitiamo ad informarvi bene se siete interessati a questa feature.

 

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Dall’analisi posteriore del PCB possiamo avere conferma del numero di connessioni elettriche dei vari slot PCI Express.

 

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La parte sottostante è dedicata ai connettori I/O, per portare sullo chassis le restanti porte che andiamo ad elencare: F_Audio per replicare sullo chassis i connettori (supporta il flusso HD Audio). Proseguendo abbiamo il connettore S/PDIF Out, un attacco a 3pin SYS_FAN4 per la ventola e il connettore TPM (Trusted Platform Module Header) per inserire un circuito per la memorizzazione delle chiavi di crittografia al fine di aumentare la sicurezza del sistema.

 

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Poi 3 connettori F_USB3, F_USB2 ed F_USB1 per un totale di 6 porte USB2.0 ed un’altra porta SYS_FAN3.

 

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Terminando scorgiamo lo switch per effettuare il boot con il bios1 oppure il bios2. A seguire il connettore F_PANEL che replica tasti/spie di accensione e funzionamento sul frontalino dello chassis ed l’utilissimo display a 2 cifre per la diagnostica in fase di boot. E’ presente l’integrato ITEIT8728F per il controllo dei vari sensori ed un ulteriore attacco a 3pin SYS_FAN1. Appena sopra l’F_PANEL possiamo scorgere il connettore a 2pin per il reset delle informazioni memorizzate nella CMOS.

 

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Il chipset Intel Z77 denominato come Platform Controller Hub (PCH) supporta due porte SATA-600 e quattro porte SATA-300. Le configurazioni RAID supportate sono la 0, 1, 5 e 10. Le 4 porte nere sono SATA-300 assieme alle 2 bianche SATA-600 servite dal chipset Z77, mentre le 2 grigie SATA-600 sono controllate dal sopracitato chip Marwell. Intelligente la dislocazione a 90° delle porte SATA rispetto al PCB della scheda madre in modo da non essere bloccate da un’eventuale presenza di VGA a lunghezza intera. Il connettore di alimentazione SATA, posizionato accanto alle porte bianche, non ha nulla a che vedere con la sezione di storage ma costituisce una fonte di alimentazione addizionale per le schede video tramite gli slot PCI Express in caso di overclock estremi.

 

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In foto, il classico connettore di alimentazione ATX a 24 poli, più alla sua sinistra leggermente in alto il connettore F_USB30 per 2 porte USB 3.0.

 

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I power-user apprezzeranno la presenza di punti per la misurazione delle tensioni tramite un multimetro. Oltre al pulsante di accensione sulla destra si trovano i pulsanti di reset (in basso) e di reset della CMOS.

 

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In macro il connettore ausiliario di alimentazione della zona socket.

 

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Chiaramente distinguibili per associazione di colore, le 2 coppie di slot che ospitano i moduli DIMM di memoria fino ad una frequenza in OC di 2800MHz.

 


 

BIOS

 

Introdotto inizialmente come standard da Intel e appoggiato più consistentemente da Microsoft nel 2003, l’architettura UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) ha facilitato non poco sia la comprensione del BIOS (questo sconosciuto ai molti) sia la navigazione al suo interno. Tra i molteplici benefici, l’aver consentito ai produttori di poter personalizzare a piacere l’interfaccia grafica arricchendola di informazioni e ricostruendo in toto tutto l’ambiente del BIOS.

 

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Dobbiamo dire che Gigabyte ha sfruttato alla grande le potenzialità dell’interfaccia UEFI implementando 2 tipi di ambienti grafici: 2D e 3D. Nell’ambiente 3D o meglio 3D BIOS coperto da brevetto, l’utente riceve alle prime armi un’immediata comprensione dei componenti su cui sta agendo, perché vengono evidenziati a video.

 

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Ritornando all’ambiente 2D premendo il tasto con ESC, decisamente più dettagliato come interfaccia testuale, è possibile agire fin sui dettagli più complessi ed avanzati per riuscire a spremere fino all’ultima goccia di Megahertz dai propri componenti. Come si può vedere la navigazione è suddivisa in sezioni ove al loro interno sono presenti altre sottosezioni. Ma è facile intuire che il menù più interessante è la sezione M.I.T. (Motherboard Intelligent Tweaker) perché racchiude tutte quelle voci che agiscono sulle frequenze e sui voltaggi dei componenti offrendo i mezzi per overcloccare il sistema.

 

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In questa sezione è possibile navigare nella sezione di report che come possiamo facilmente immaginare riporta le informazioni inerenti la frequenza di targa del processore nonché quella operativa, l’identificazione del processore stesso nonché i timing di lavoro della memoria ed i moduli installati ed attivi.

 

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In questa schermata agiamo sui moltiplicatori del processore e sulle frequenze di base di clock del bus.

 

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In questa sezione è possibile configurare sin nei minimi particolari le frequenze di lavoro ed i timing operativi e quindi i tempi di risposta dei moduli RAM.

 

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Non meno importante il sistema globale di alimentazione 3D Power Control con cui è possibile calibrare il sistema di alimentazione e di erogazione di corrente sui vari componenti.

 

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Tutto ciò va ad impattare sulle temperature, ecco quindi che sulle schermate a seguire troviamo il sistema di monitoraggio di queste ultime. E’ anche possibile impostare il livello di alert delle tensioni e di rotazione delle ventole interagendo sulle soglie dei vari allarmi messi a disposizione.

 

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La sezione System non è solo puramente indicativa ma è possibile scegliere anche la lingua del bios.

 

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In Features si decide l’ordine di boot tra le varie periferiche connesse al sistema e si attivano o meno le funzionalità avanzate del processore a supporto dei sistemi di virtualizzazione.

 

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Nella sezione Peripherals troviamo quanto necessario per interagire sui vari dispositivi integrati nel sistema come controller audio, di storage, ethernet, Hub USB e quant’altro, disattivando all’occorrenza i device meno importanti.

 

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Nella sezione Power Management si agisce sul sistema di standby e sulla modalità di ripristino.

 

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Questa sezione è meno ricca ma non meno importante poiché con l’ausilio di profili multipli è possibile salvare la/e configurazioni del bios e richiamarle all’occorrenza. E’ anche possibile riportare la configurazione a quella di default o riavviare immediatamente il sistema scegliendo come boot una delle tante periferiche connesse e presenti nella lista Boot Override. Ultima e non meno importante per l’aggiornamento della versione del BIOS è la sezione Q-Flash a cui si accede sia con il mouse (in alto a destra) oppure da tastiera premendo il tasto F8: ci permetterà di aggiornare il BIOS della scheda madre (operazione da effettuare senza timore grazie al doppio BIOS).

 


 

Sistema di prova e Metodologia di test

 

I test eseguiti sulla GIGABYTE Z77X-UD4H hanno lo scopo di verificare sia la stabilità della scheda a frequenze d’uso comune e con le normali applicazioni uso ufficio, sia a verificarne la qualità e la competitività sul mercato oltre a valutarne la stabilità della stessa sotto stress avvalendoci della pratica dell’overclock. Per la rilevazione della temperatura sotto overclock ci avvarremo di una sonda del termometro digitale della Voltcraft mod. K101 al fine di rilevare con estrema precisione anche la temperatura dei dissipatori passivi della zona socket. In questo modo potremo verificare sia l’efficacia del sistema dissipante sia l’efficienza dei regolatori di tensione della scheda madre. Riassumiamo quindi in tabella i componenti utilizzati per i test:

 

Sistema di Test

 

Per rendere i risultati più interessanti sul piano della validità e competitività del prodotto, li abbiamo comparati con le altre schede madri della stessa tipologia, che sono state oggetto di nostre precedenti recensioni e di cui potete leggerne gli articoli sul nostro portale. La comparazione è resa possibile perché la componentistica hardware utilizzata è la medesima, come pure il chipset in dotazione che accomuna le  schede madri. Avvisiamo che le prove effettuate in precedenza su altre schede madri abbiamo utilizzato come VGA una GTX580, mentre per la GIGABYTE Z77X-UD4H oggetto di questa recensione in sua assenza ci siamo avvalsi della ATI RADEON HD5970, tenetene conto ai fini dei risultati postati nei grafici 3D. Nelle conclusioni terremo ovviamente conto della fascia in cui si colloca il prodotto in relazione al prezzo.

 


 

Test Sintetici

 

3DMARK 11

 

Ultimo benchmark prodotto da FutureMark, che richiede la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 11.  La software house sviluppatrice afferma che i test sulla tessellation, l'illuminazione volumetrica e altri effetti usati nei giochi moderni rendono il benchmark moderno e indicativo sulle prestazioni “reali” delle schede video. 3DMark 11 Advanced Edition permette di impostare tre modalità di benchmark in DX11, Performance, High ed Extreme. Il primo test, basato sullo scenario Deep Sea, non applica la tessellation ma fa uso di un sistema d'illuminazione e ombre marcato. Il secondo test, nuovamente fondato su Deep Sea, applica un livello di tessellation medio e riduce, anche in questo caso a livello intermedio, l'illuminazione. Il terzo test grafico, basato sullo scenario High Temple, ha un livello di tessellation medio e illuminazione ridotta. Il benchmark è stato impostato per sfruttare per il calcolo della PhysX esclusivamente il processore e non la scheda video NVIDIA. Nei test grafici la Z77X-UD4H si è posizionata prima, grazie alla HD5970 dual GPU, mentre nel calcolo della fisica degli oggetti si è posizionata nella fascia centrale della classifica.

 

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3DMARK VANTAGE

 

Benchmark sintetico sviluppato da FutureMark. Richiede obbligatoriamente la presenza nel sistema di una scheda video con supporto alle API DirectX 10 e di un sistema operativo Windows Vista o Windows 7. Il benchmark si compone di 6 distinti test: 4 incentrati sulla GPU e 2 sulla CPU. I test si eseguono scegliendo tra 4 preset configurati da FutureMark, caratterizzati da un livello di carico di lavoro differente, così da meglio riprodurre lo scenario tipico di utilizzo del proprio sistema a seconda del tipo di configurazione Hardware in uso. Il software consente di impostare la configurazione Entry, Performance, High ed Extreme. I test sono stati fatti solo nella modalità Entry, Performance e High. Nel test sul calcolo fisico la Z77X-UD4H pur operando con una VGA dualGPU ha sofferto rispetto alle altre che hanno beneficiato del motore Nvidia Physics mentre ha guadagnato la prima posizione grazie al doppio motore grafico della Radeon HD 5970. Il CPU test restituisce un risultato nella media

 

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Test 002b

 

 


 

Test Compressione Dati e Multimedia

 

Passiamo adesso ai test di Compressione e flusso Multimediale per i quali la differente VGA installata sulla Z77X-UD4H non influenzerà i risultati.

 

AIDA64

 

Test 003a

 

Test 003b

 

Aida64 è un software prodotto dalla FinalWire che consente di monitorare il sistema fornendoci informazioni dettagliate sulla componentistica hardware. Il software comprende al suo interno un utility di bench in grado di testare memoria e cache presenti all’interno del processore. Ottima 4° posizione per la Z77X-UD4H che ha mostrato i muscoli ed è riuscita a posizionarsi appena dietro le più blasonate e costose concorrenti.

 

7Zip 9.20

 

Test 004

 

Questo noto software di gestione degli archivi contiene al suo interno un tool in grado di analizzare le prestazioni di sistema, riportando un valore espresso in MIPS (Million Istruction for Second). Il test comprende compressione, decompressione e valore generale. Anche in questo test la Z77X-UD4H riesce a rimanere sul podio portandosi davanti alle ASUS (ma non al modello di punta) ed alla MSI.

 

WinRAR 4.01 e 4.10beta

 

Test 005a

 

 

Test 005b

 

Famoso software di compressione e decompressione di archivi dati. Al suo interno è presente una utility di benchmark che comprime un file standard atto a tale scopo; il software provvede a restituire il valore di compressione espresso in KB/s. In entrambe le due versioni la Z77X-UD4H è riuscita ad ottenere una posizione di tutto rispetto surclassando schede concorrenti di altri brand, più costose e complete. Vediamo comunque che la sorella maggiore, ossia la Z77X-UP4 TH è riuscita a tenerle testa, merito forse del fatto che beneficia della tecnologia più recente Ultra Durable 5.

 

Cinebench 10 e 11.5

 

Test 006a

 

Test 006b

 

Software prodotti dalla Maxon che permettono, tramite l’elaborazione di immagini e di contenuti tridimensionali, di testare le performance della CPU. Entrambe le release permettono il test della CPU utilizzando un core singolo oppure tutti i core presenti all’interno del processore. La precedente versione del test non rende giustizia quanto la nuova versione, che riesce a valorizzare le doti della Z77X-UD4H facendole superare schede di fascia superiore anche di punta di altri brand, perfino il nuovo modello di casa Gigabyte Z77X-UP4 TH.

 

X264 Benchmark HD 3.0

 

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Software che mediante la codifica video x264 sfrutta in maniera considerevole il sottosistema CPU <-> RAM e per questo è l’ideale per valutare le prestazioni delle schede sotto tale ambito. Sebbene a primeggiare è la G1.Sniper 3, alla 4° posizione è riuscita a collocarsi la Z77X-UD4H superando schede di fascia superiore. Un ottimo risultato.

 

Handbrake 0.9.5

 

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Software di transcodifica video multithreading con il quale è possibile convertire un file video in un altro formato. Il processo comprende codifica video x264, codifica audio FAAC e mux finale in contenitore MP4. Per il test abbiamo preso di riferimento il nostro video sample di sempre, utilizzato anche per i test delle altre schede. Viene preso in considerazione il tempo impiegato dalla CPU per svolgere questo compito, minore è il tempo impiegato e più prestante sarà il risultato ottenuto. Ottimo risultato per quest’ultimo test di questa tipologia, che conferma le ottime doti della Z77X-UD4H posizionandola sul podio appena dietro alla Gigabyte di punta.

 


 

Test USB

 

In questa sezione vi mostriamo le velocità di trasferimento ottenute sulle porte USB 3.0 disponibili sul I/O Panel della Z77X-UD4H. Abbiamo effettuato i test sia sulle porte USB 3.0 controllate dal chipset Intel che sulle porte controllate dal controller VIA VL800. Per la rilevazione abbiamo scelto due noti tool, ormai conosciuti e adottati come standard di fatto: ATTO e CrystalDiskMark. I test sono stati effettuati utilizzando la pendrive Kingston DT Ultimate 64GB.

 

ATTO USB3_INTEL  ATTO USB3_VIA

 

CrystalDiskMark USB3_INTEL  CrystalDiskMark USB3_VIA

 

Le prestazioni sono abbastanza simili, anche se il controller VIA sembra essere più veloce nel test ATTO.

 


 

Overclock

 

Eccoci nella tanto attesa e letta prova di ogni recensione. Pratica seguita da molti, vero sport o hobby (passateci il termine) a livello mondiale con tanto di classifiche consultabili sul sito hwbot.org. Abbiamo eseguito due test di overclock suddivisi per tipologia di raffreddamento. Il primo utilizzando l’impianto di raffreddamento a liquido di cui potete leggere i componenti indicati in tabella (a seguire) e volto a ricercare la massima frequenza da poter mantenere in daily-use. Per questo abbiamo avuto un occhio di riguardo alle temperature, un po’ colpa dell’architettura di Ivy Bridge, estremamente efficiente rispetto alla precedente, ma che sviluppa notevole calore se overcloccata. Per i test ci siamo affidati al noto programma LinX basato sulle librerie Linpack di Intel aggiornate all’ultima versione.

 

Component Cooling

 

Come si evince dalla tabella, il tipo di impianto di raffreddamento a liquido adottato è di tipo modulare e professionale. I componenti utilizzati sono di quanto più efficiente è possibile trovare sul mercato.

 

LINX4800

 

Siamo riusciti a concludere i 10 cicli di test alla frequenza di ben 4801,4 MHz e considerando che stiamo parlando di una cpu di classe Ivy Bridge, la frequenza raggiunta è ottima. Soffermatevi sul valore computazionale di picco, ben 110,93GFlops (secondo solo alla MSI Z77 Mpower), conseguenza dell’ottimo lavoro svolto sia da Intel sul processore Ivy Bridge che ne ha potenziato l’ALU sia dell’ottima sezione di alimentazione della Z77X-UD4H, di vecchia scuola ma caratterizzata da un’eccellente stabilità.

Passiamo adesso a test più impegnativi. Chi ci segue sa bene che la passione che ci unisce per l’informatica in generale ci spinge a testare l’hardware anche con la pratica dell’overclock ed a sottoporlo a test con sistemi di raffreddamento estremo. Abbiamo sottoposto la Z77X-UD4H a test non convenzionali (o almeno non alla portata di tutti) e ne abbiamo verificato la tenuta utilizzando come sistema di raffreddamento l’azoto liquido, in modo da non esser frenati dal tipo di raffreddamento adottato e poter portare al limite la sezione di alimentazione della scheda madre spingendo il processore e le memorie ad operare a frequenze e tensioni proibitive. In aiuto per chi effettua l’overclock è disponibile il noto tool della Gigabyte: EasyTune giunto alla 6 versione. Con questo programma è possibile intervenire da Windows, quindi in tempo reale, sui valori di frequenza e voltaggio del processore e della memoria interagendo anche sul Bclk. Non abbiamo avuto nessun problema a fare il boot con il Bclk impostato come in figura a 105 ed a 108, ma non è stato possibile modificare tale parametro tramite il tool EasyTune. Probabilmente questo problema verrà risolto con le prossime versioni di BIOS e del tool. Commentiamo adesso assieme i risultati ottenuti:

 

Spi5797  Spi5735  Spi5703

 

Anche a bassissima temperatura, con il processore che ad oltre i 6 GHz assorbe una notevole quantità di corrente confermiamo l’ottima sezione di alimentazione della Z77X-UD4H e poiché il processore a tali frequenza supera come consumo i 200 Watt, generare solo 0,002volt di Vdroop è senza ombra di dubbio un risultato ottimo. Siamo riusciti ad operare stabilmente senza il minimo segno di Fake-Boot effettuando il Boot ad una frequenza di Bclk di 108Mhz.

 

Validate6587

 

Purtroppo non siamo riusciti a tirare a dovere le memorie in quanto con la CPU testata ad operare su altre schede madri ad oltre i 2800 MHz, impostando i 2400MHz, ed effettuando il boot si bloccava. C’è probabilmente necessità da parte di GIGABYTE di lavorare di più sul BIOS. Dal lato utente, forse utilizzando un altro tipo di o lavorando sulle opzioni avanzate dei timing di accesso per le RAM, si riesce a spremere qualche Megahertz in più. Durante i numerosi test effettuati dal nostro team di overclock con questa scheda madre (o meglio con un sample retail), è stato comunque notato che nonostante l’impossibilità di utilizzare frequenze di lavoro elevate per le RAM, la gestione di queste ultime è ottimizzata a tutto beneficio degli score finali che non sembrano soffrire troppo delle basse frequenze di esercizio. Per finire la scheda è in grado di resistere a lunghe sessioni di overclock sub-zero, senza soffrire di problemi di umidità e risulta pertanto un’ottima alleata degli overclocker più accaniti.

Ci teniamo comunque a ribadire che chi esegue la pratica dell’overclock lo fa a proprio rischio e pericolo e chiaramente con tale pratica s’invalida la garanzia del produttore con il rischio di danneggiare anche i componenti. Sconsigliamo chi non è pratico del settore e non ha un sistema di raffreddamento adatto come Phase Change, Cascade oppure ad Azoto Liquido, di cimentarsi nella pratica dell’overclock estremo.

 


 

Consumi

 

Grazie alla presenza di punti per la rilevazione delle tensioni in tempo reale, ci siamo avvalsi del noto tool CPU-Z per la rilevazione della frequenza del processore in tempo reale. Le misurazioni sono state prese con il sistema sotto carico tramite LinX utilizzando come riferimento la frequenza di 4800MHz (come per le altre schede) impostata da BIOS. Ovviamente per superare il test dei 10 cicli sotto LinX con il quantitativo di memoria di 4096MB ogni scheda ha richiesto da BIOS un determinato voltaggio. Al fine di rendere attendibile il test e porre le schede sullo stesso piano per verificarne la sezione di alimentazione e quindi la singola capacità di stabilizzare il Vcore erogato riducendo al minimo il Vdroop, siamo intervenuti sul LoadLineCalibration settandolo al massimo possibile. Il profilo LLC impostato su Extreme da bios sulla Z77X-UD4H ci ha permesso di rilevare un comportamento della scheda madre estremamente stabile dal punto delle tensioni sotto carico rilevando da Multimetro un Vdroop di soli 0,002 volt. Abbiamo comparato le schede rilevando le variazioni di tensione sotto carico, nonché il valore in GFlops di picco massimo generato per ognuna. Abbiamo inoltre misurato i consumi del sistema nella sua complessità per valutare l’efficienza delle fasi di alimentazione. Ricordiamo che l’importanza del circuito di alimentazione è direttamente proporzionale alla capacità computazionale espressa da LinX, poiché a determinate frequenze limite, il processore assorbe un notevole quantitativo di corrente e se la sezione di alimentazione della motherboard non riesce a far fronte alla richiesta di corrente, il valore computazionale di LinX rimane basso. Di solito su molte altre schede madri con una sezione di alimentazione non all’altezza, per cercare di chiudere il test ad una data frequenza, si aumenta il voltaggio (Vcore) applicato al processore, ma ci si scontra con il problema della temperatura. Di seguito la tabella riepilogativa dei risultati ottenuti:

 

Test 010a

 Test 010bTest 010c

 

La temperatura fatta registrare dalla Z77X-UD4H sulle fasi è leggermente superiore a quella della concorrenza, complice probabilmente il sistema di alimentazione di vecchia generazione. Il consumo è più elevato ma dobbiamo tenere in considerazione la presenza della HD 5970, decisamente meno parca nei consumi in idle rispetto alla GTX580. Davvero ottima la stabilità delle tensioni, il cui valore è risultato molto vicino a quanto rilevato dalla scheda madre.

 


 

Conclusioni

 

oro  overclock

 

Prestazioni 

4,5 stelle - copia

Ottime prestazioni per la fascia di appartenenza

Overclock 

5 stelle

L’unica incertezza di questa scheda madre concerne probabilmente le RAM, sicuramente importanti su Ivy Bridge ma considerando la fascia di prezzo e le feature offerte per questa pratica merita sicuramente il nostro award

Estetica 

4,5 stelle - copia

Layout senza troppi fronzoli ma non sgradevole

Materiali

5 stelle

Componentistica di primo livello ed appartenenza alla serie Ultra Durable 4. L’efficienza non è al top ma la stabilità è assicurata

Bundle 

4 stelle

Il bundle e la dotazione è forse un po’ scarno rispetto ad altri modelli. Degne di nota soltanto le porte SATA3 e USB 3.0 addizioali

Prezzo 

4,5 stelle - copia

170€ è sicuramente un prezzo adeguato per la qualità di questa scheda madre, che è probabilmente il modello che ha riscosso maggior successo tra gli overclocker tra i modelli GIGABYTE, insidiando la altrettanto apprezzata Maximus V Gene.

Complessivo

4,5 stelle - copia

 

Eccoci a spendere qualche parola conclusiva su questa scheda della Gigabyte dalle pretese non eccessive ma di qualità e robustezza. Gli ingegneri della Gigabyte hanno fatto un ottimo lavoro sulla Z77X-UD4H se consideriamo il fatto che sono riusciti a realizzare un prodotto completo, dal punto di vista delle porte I/O senza eccedere sui costosi controller Thunderbolt che si trovano sulla serie TH. Pur appartenendo ad una fascia inferiore rispetto alla top di gamma Z77X-UP7 o agli modelli che beneficiano della tecnologia Ultra Durable 5, si è difesa molto bene popolando e surclassando in molti test schede dai costi e con tecnologie superiori. Sebbene faccia parte di una batteria di 21 modelli che saranno presto oscurati dalla nuova piattaforma Z87 a supporto dei processori di classe Haswell, la Z77X-UD4H ha mostrato di avere tutte le carte in regola per dare del filo da torcere ai modelli più blasonati anche di altre aziende. Non solo, si è dimostrata all’altezza anche di sessioni di overclock estremo con azoto liquido e quindi in ambiti molto spinti, grazie alla presenza di integrati IR3564A + IR3570A per il controllo della tensione a livello digitale. Qualche problema invece l’abbiamo riscontrato con il parametro di variazione del Bclk di EasyTune6, in quanto il valore che mostrava era del tutto fuori scala. Logicamente non è servito scaricare la nuova versione datata 22/11/2012 e l’installazione delle patch. Viceversa nessun problema nel modificare valori di tensione e di ratio (frequenza) della CPU. La presenza di 3 slot PCI-Express 16x agevolano l’utente nell’utilizzo di VGA particolarmente grandi e per configurazioni SLI / CrossFireX. La presenza di 8 porte USB 3.0, grazie al controller aggiuntivo VIA VL800 agevola la connessione di molte più periferiche che adottano tale standard. Ormai in disuso, lo standard PCI è diventato prezioso per chi ha schede compatibili con tale standard, come le schede di acquisizione video, per questo su piattaforma Ivy Bridge trovarlo rappresenta un valore aggiunto. Anche le 4 porte addizionali SATA3/eSATA in standard SATA3 a 6Gbps consentono configurazioni particolarmente spinte nel reparto storage. La presenza del display per la diagnostica, dei pulsanti di accensione (rosso), di reset e dei punti di rilevazione delle tensioni sono un valore aggiunto per una scheda che costa 20€ in meno rispetto alla sorella maggiore Z77X-UP4 da cui la UD4H può invidiare solo le porte Thunderbolt. Con un prezzo medio di circa 170€, la UD4H è sicuramente un’ottima candidata per chi cerca una scheda madre dalle grandi potenzialità in overclock, senza spendere una fortuna per altre feature di cui non avrà bisogno.

 

PRO:

  • Componentistica
  • Stabilità in overclock
  • Prezzo
  • Dual BIOS
  • Elevato numero di porte USB 3.0
  • Uscite Video
  • Slot PCI

 

CONTRO:

  • Non adatta per Overclock spinti della Memoria
  • Bundle minimale
  • Qualche problema software con qualche parametro di EasyTune.

 

Un ringraziamento va a GIGABYTE per l’invio del sample ed aver permesso questa recensione.

Valter d’Attoma

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